Davanti all’urna con le spoglie di S. Giovanni XXIII, come uno scatto fotografico: mamme e papà, bambini e bambine, nonni e nonne, giovani e adulti; passeggini con i piccoli che dormono, sgambettano, tante, davvero tante carrozzine con piccoli e grandi segnati gravi disabilità. Giovani coppie che avanzano tenendosi per mano; donne con il ventre gonfio di vita pronta a nascere. Gruppi di parrocchie e di associazioni, ragazzi della catechesi, classi scolastiche e bimbi di scuola dell’Infanzia; ciclisti di passaggio; Forze dell’Ordine che tra un turno e l’altro passano per un caro saluto; Sacerdoti accompagnatori di fedeli, che si appartano e si immergono in preghiera. Religiose impegnate a mantenere un clima di silenzio e di meditazione, commosse per la fede manifestata, il dolore confidato in poche parole condivise e tante lacrime.
Cuori abitati da sogni e desideri, da speranze affidate al Santo, cuori gonfi di supplica per tanto dolore, tanta sofferenza e malattia da affrontare ogni giorno e sostenere con coraggio. C’è chi arriva in pullman e chi in macchina; chi in bici e chi a piedi per 10, 30, anche 50 Km per incontrare il Papa buono, per lasciarsi da lui oggi accarezzare, contagiare da santità semplice e coraggiosa.

Tutti in fila per uno sguardo, una carezza, una preghiera, una candela da accendere. Il cellulare è pronto per lo scatto fotografico, ma soprattutto, intenso è l’affidamento, la supplica, il desiderio di consegnare persone, situazioni, dolori che da soli è davvero difficile portare.
La peregrinatio di S. Giovanni XXIII a Bergamo e a Sotto il Monte dal 24 maggio al 10 giugno 2018 si è conclusa. Continua il cammino di santità a cui “tutti siamo chiamati, vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno”, come scrive Papa Francesco in Gaudete et Exultate (14).

 Lasciamo parlare il cuore di sorelle che hanno avuto il dono e il compito di accompagnare da vicino i pellegrini.
La visione della innumerevole folla incessante passata davanti al “corpo santo” di Papa Giovanni, ha rafforzato la mia fede; le numerose richieste di preghiera, le comunicazioni di vita fatte con semplicità, spontaneità, apertura, mi hanno fatto sentire “ponte” che collega la terra al cielo. Quanta grazia, benevolenza e umiltà hanno solcato la mia vita! (suor Maria Rosa)

Ciò che abbiamo “veduto” e vissuto è indescrivibile perché non appartenente alle realtà di questo mondo. Rimane in cuore la convinzione di camminare in una società molto sofferente, profondamente bisognosa di pace e di gioia. La nostra presenza, pur nella sua limitatezza, è stata un punto di riferimento costante per offrire a tante persone la possibilità di esprimere il bisogno di ascolto e di sicurezza. Un gruppo di poliziotti alla domanda se desiderassero qualche cosa, infatti faceva molto caldo, rispose: “Abbiamo bisogno del vostro sorriso”. (sr Salveregina)

Papa Roncalli “vicino”, a cinque e a sessant’anni, perché la bontà, soda e cordiale, è per tutti e non  obbedisce agli argini dello spazio e del tempo, delle culture e delle età. Mi ha fatto bene accogliere e ascoltare i pellegrini. Chi, forse incoraggiato dall’incontrare una suora, ha sussurrato qualche pena, in realtà mi ha donato la sua fede e messo a nudo qualche mia presunzione. Ho gustato la dimensione intercongregazionale della nostra presenza. (sr Gianna)

Sono arrivata in Italia e mi sono trovata con un popolo in festa per la visita di un Santo, Giovanni XXIII; è stato un grande regalo di Dio così come una bella occasione per conoscere da vicino una parte di terra bergamasca. Ho partecipato dieci giorni alla peregrinatio, esperienza ricca di incontri, di volti, sguardi, sogni, preghiera, fede, gioia e servizio. I santi, in special modo Giovanni XXIII, sono luce per una continua scoperta del pellegrinaggio interiore che tutti siamo chiamati a compiere verso il bello, il buono, il vero, cioè verso Dio. Mi sento molto benedetta dentro questo vissuto, consapevole di essere tra fratelli e sorelle che anelano a Dio. (sr Estela – Argentina)

Parto dalla parola di Dio: voi siete il sale e la luce del mondo (Mt 5,13-14). Veramente S. Giovanni XXIII è stato un uomo guidato dalla Parola divina ed è divenuto per tutti gli uomini ciò che dice il Vangelo: sale e luce. A Sotto il Monte, tutte le persone coinvolte, autorità religiose, civili e politiche, volontari e pellegrini, persone semplici senza alcuna distinzione, hanno lavorato con amore e unità. L’esperienza vissuta è un esempio indimenticabile per la mia vita, un’opera buona fatta con amore che rimane in eterno. (sr Zebib – Etiopia)

Religiosi e religiose a Sotto il Monte