Lunedì 30 luglio 2018, all’alba delle 4 del mattino, è iniziato il viaggio di 54 giovani ed adolescenti verso Melendugno (Lecce). Proprio come gli Argonauti convocati da Giasone per andare alla ricerca del Vello d’Oro, per ritrovare il senso della propria storia e riconquistare la propria terra, così noi siamo partiti!
Ci siamo fidati di don Alessandro, che nei giorni precedenti aveva raccolto dai ragazzi stessi desideri, paure, frasi di libri importanti, canzoni significative… rendendole percorso di una settimana. La sfida è stata di regalare a questi giovani un’esperienza di vita insieme, dove poter condividere la casa e non sentirsi turisti in hotel, ma ospiti a casa propria: i ragazzi stessi, guidati dagli animatori, hanno cucinato a turni, pulito la casa, pensato a giochi e attività! Ogni giorno il don ha proposto una riflessione che toccava il tema delle paure, della bellezza, della ricerca…. aiutato questi adolescenti ad accostarsi alla Parola non come ad una bella storiella, ma alla possibilità di trovarci chi siamo e le impronte di Dio che desidera metterci al mondo e regalarci nostalgia di Lui e dell’uomo. Vivere non è semplice, si annida nel cuore di questi giovani la paura  della solitudine: in un mondo dove hanno tutto e sembra possano raggiungere ogni cosa, rischiano di smarrirsi, di non trovare porto sicuro (come è successo agli Argonauti), di non sentirsi “opportuni”, quindi di percepirsi smarriti e senza direzione. Ogni giorno è stato prezioso il momento di riflessione personale, per molti difficilissimo. Per alcuni rischia di essere vissuto come il compitino scolastico (consegno), per altri come il dovere da assolvere e non pensarci più (fatto) … ma i più grandi aiutano i più “piccoli” con il loro esempio.
Già oggi, rispetto a ieri, tutti sono parsi più sereni e fiduciosi: supportati, consapevoli di essere nelle mani buone di qualcuno che, come Giasone, conduce l’imbarcazione, e, come Eracle, ricorda il motivo per cui ci si è messi in viaggio. Bello! Per me queste sono e rimangono esperienze preziose: i ragazzi sono davvero dolci e attenti, ringraziano per il cibo, cercano attenzioni, quando li chiami per nome si emozionano; prima sbuffano un po’ se li inviti a custodire il linguaggio, a distinguere i luoghi e i momenti… ma poi si fidano e ci stanno.
Questo, a mio parere, è annuncio di vita, nella quotidianità, nelle relazioni e negli sguardi, che ridanno a me gioia e pienezza, a loro un respiro nuovo.

Suor Angela (scritto dal pullman in viaggio per Alberobello).

N.B. Sì, Alberobello perché le nostre giornate si alternano tra casa e mare (ieri) e visita a luoghi belli (oggi).
Ogni giovane ha bisogno di essere educato alla casa e alla bellezza del Creato.