La sera del 9 marzo 2018 suor Adalberta Galli ha compiuto il suo pellegrinaggio terreno. Era nell’infermeria di Gandino. I funerali saranno celebrati lunedì 12 marzo alle ore 10.00 nella chiesa di S. Mauro annessa al convento.

Profilo biografico

Maria Galli (suor Adalberta) nacque il 30 maggio 1921 a Ghisalba da Giovanni Giuseppe e Angela Plebani.
Entrò nell’Istituto delle Suore Orsoline di Gandino il 16 agosto 1940, iniziò il cammino di Noviziato il 1 aprile 1941 e il 1 aprile 1943 emise la Prima Professione (tra pochi giorni avrebbe infatti festeggiato il 75° anniversario di vita religiosa, traguardo che ora celebrerà in modo più completo nella visione dello Sposo celeste).
Il servizio che le fu chiesto fin dai primi anni della formazione fu quello di cuoca, mansione che esercitò per tutta la vita, finché le forze e le circostanze glielo permisero. Già da novizia, nelle comunità di Peia e di Albino prestò il suo aiuto in cucina, nell’anno 1942. Poi, dal 1943 al 1946 fu nello studentato dei Padri Dehoniani a Bologna. Nel 1946 le fu chiesto di andare per un anno presso la scuola materna di Mirandola, dove ritornò nel 1968 per rimanere fino al 1974.
Anni prima visse per un buon periodo, dal 1947 al 1968, nella comunità di Marone, sul bresciano, sempre come cuciniera nella scuola materna del paese.
Un’altra comunità dove visse a lungo fu Scacciano, in provincia di Rimini dal 1974 al 1992. Poi Altedo, in provincia di Bologna, dove visse l’ultimo periodo di attività fino al 2010, anno in cui fu accompagnata a Gandino, dove continuò la sua donazione quotidiana, con piccoli servizi offerti alla comunità di Casa madre.
Donna solare, gioiosa, laboriosa, socievole, amante della preghiera, animava con cura la liturgia, arricchendola con il canto. Le comunità in cui è vissuta per più anni la ricordano con stima e affetto. Salutandola, i parrocchiani di Altedo nel 2010, scrivevano su una pergamena: “Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e vi ritornano solo dopo aver irrigato e fatto germogliare la terra, così dobbiamo considerare la permanenza di Suor Adalberta nella nostra comunità. In silenzio è arrivata e in silenzio se ne va. Bianca nel suo abito impeccabile, con la mente e lo sguardo protesi al Signore, ci ha insegnato ogni domenica a pregare con preghiere ormai dimenticate e che di nuovo sono vive nel nostro cuore. Per ogni persona che a lei si è avvicinata ha avuto parole di amore, di speranza e di fede che hanno fatto rinascere e riscoprire quello che da sempre è impresso in ogni cuore”.
Una volta giunta a Gandino, Suor Adalberta ha rallegrato le consorelle della casa con il dono dell’accettazione serena dei limiti dovuti all’età, condendo di umorismo le sue conversazioni. Anche nell’ultimo periodo, caratterizzato dalla malattia, non si è mai lamentata, affermano le suore e il personale della casa: anche questo è un germoglio di bellezza lasciato da suor Adalberta che ci testimonia la fecondità di una vita spesa per Dio e i fratelli.