La sera del 9 maggio 2018 suor Maria Luigia Zini, dopo circa un anno e mezzo di malattia, ha concluso la sua corsa terrena. La salma è composta presso la casa generalizia di Via Masone a Bergamo e vi resterà fino alle ore 13.00 di sabato. I funerali saranno celebrati nella parrocchia di Ghisalba sabato 12 maggio alle ore 14.30.

Profilo biografico

Suor Maria Luigia nacque a Ghisalba (Bergamo) il 13 agosto 1951 da Angelo e Maria Bertoli. Il 1° settembre 1968 entrò nell’Istituto delle Suore Orsoline di Gandino e il 26 settembre 1969 iniziò il cammino di Noviziato. Emise la prima professione il 6 settembre 1971 e la Professione perpetua il 2 settembre 1978.
Dopo aver vissuto i primi anni della formazione a Bergamo, nella comunità dello juniorato, studiando per conseguire il diploma di insegnante nelle scuole materne, nel 1974 si inserì nella comunità di Arcene, e cominciò la sua missione di educatrice dei più piccoli. Varie le comunità parrocchiali e le scuole materne in cui suor Maria Luigia esercitò il suo servizio educativo: dal 1979 al 1990 fu a Casnigo, dove ritornerà una seconda volta nel 2013; nell’anno scolastico 1990-91 insegnò nella scuola dell’infanzia di Capriate Sant’Alessandro, poi fu chiamata a lasciare la terra bergamasca per raggiungere Roma e la comunità di Via Cassia, dove rimase fino al 1997. Dal 1997 al 2004, a Cesenatico, oltre ad essere insegnante, assunse l’incarico di direttrice della scuola e responsabile delle suore, servizi ai quali fu chiamata anche nelle comunità successive: dal 2004 al 2013 a Gorlago, dal 2013 al 2016 a Casnigo, poi a Predappio, in provincia di Forlì, dove rimase pochi mesi a causa della malattia manifestatasi improvvisamente, che la costrinse a raggiungere la casa generalizia per un’assistenza medica adeguata. Superato il delicato intervento e le successive terapie con grande fiducia e ottimismo, suor Maria Luigia ha continuato il suo percorso di malattia confidando di “strappare” un miracolo al fondatore, don Francesco Della Madonna, nell’avvicinarsi del Bicentenario di fondazione. Insistenti le preghiere e le invocazioni, i salmi e i magnificat cantati, davanti al busto di bronzo a lui dedicato, nel giardino della casa generalizia…  A lei, ci siamo unite, da tutte le parti dell’Istituto, con lo stesso desiderio, affidando a Dio la sua intenzione di guarigione.
Se il Signore non ha concesso un segno prodigioso, siamo certe che, anche per intercessione del fondatore, suor Maria Luigia ha ricevuto la forza necessaria per affrontare il suo ultimo tratto di strada con serenità e fiducia.
Pur nel dolore di separarci da questa sorella che desiderava guarire per “far ancora qualcosa di buono per il suo Istituto” , eleviamo al Padre il nostro ringraziamento per avercela donata: la sua vita testimonia la bellezza di chi si è donato totalmente a Dio nel servizio ai fratelli, i più piccoli in particolare. Suor Maria Luigia ha vissuto veramente con passione la sua vocazione di Orsolina educatrice, sostenuta da un grande amore per il Signore e da un forte senso di appartenenza alla famiglia religiosa in cui ha vissuto. Intraprendente e creativa, nella scuola dell’infanzia, come nella catechesi e nelle varie attività parrocchiali, era capace di coinvolgere persone e gruppi nell’unico intento educativo. Oltre all’impegno dell’insegnamento, ha dedicato tempo ed energie per “entusiasmare” le ragazze che incontrava, stimolandole a partecipare ad incontri adatti a loro.  Contenta e ricca di gratitudine per il dono della fede e della chiamata alla vita religiosa, guardava con predilezione le giovani e i giovani, nel desiderio di trasmettere loro la verità di una vita “spesa bene”. Apprezzava ogni gesto di bene, anche il più piccolo… incoraggiare era il suo metodo. Stimolava alla solidarietà verso i più poveri  con la proposta di sostenere i progetti delle nostre missioni.

Il Signore le conceda ora il dono di una vita senza fine, per gustare in eterno quella Bellezza che l’ha affascinata fin da giovane.

Riflessioni di suor Maria Luigia in risposta alla domanda dell’infermiera Orietta: “Come vive la sua malattia con il suo credo'”
“In Dio ho posto la mia fiducia” Mi sono ammalata nel 2016. Dopo vari esami, il 16 novembre non mi sarei mai aspettata la diagnosi: un carcinoma intestinale. È stato faticoso nei primi mesi l’accettazione: varie domande mi assillavano: “Perché proprio a me? Che cosa ho fatto…?” Poi, rileggendo, meditando, approfondendo la Parola ho iniziato ad accettare la malattia con le sue conseguenze. La fatica, il dolore, lo scoraggiamento e la paura della morte non mancano, ma non mi sono mai abbattuta, grazie al mio carattere forte, intraprendente, al sostegno delle preghiere delle mie sorelle, al loro incoraggiamento e alle cure affettuose dell’infermiera che mi cura, mi incoraggia, mi sprona come se fossi “la carne di Cristo”. Dopo diciotto giorni da quando ho conosciuto con chiarezza la mia malattia, tra pianti, ribellioni, fatiche, inappetenza, ho deciso fortemente di abbandonare la mia situazione al Signore e ho espresso la speranza di chiedere, con l’intercessione di don Francesco Della Madonna, mio fondatore, e della Vergine Maria, il miracolo di guarigione. Si unirono a me tutte le sorelle che iniziarono la novena in tutto l’Istituto. Tutto questo se è nella volontà di Dio. Nel momento della sofferenza e del dolore ho scoperto e ho capito i veri valori, molto grandi, alti, sublimi, lasciando da parte certe cose futili. Definisco il dolore così: lo spazio dove si cresce spiritualmente. Che srugginisce. Passo le mie giornate, pregando e offrendo; presento tutto al Signore e penso ai tanti problemi del mondo. Alla parola soffro tolgo la S e mi rimane “OFFRO”. In questo anno in cui celebriamo il Capitolo generale, il primo pensiero va al Signore per il buon esito, perché è un evento molto importante per l’Istituto e, alle sorelle che vi partecipano, raccomando l’essere unite nel lavoro, nel discernimento e questo vale anche per i nostri laici.
La sofferenza accettata ha i suoi momenti di luce e di gioia. In questo anno e mezzo di malattia ho sperimentato tanta umanità che allevia la mia sofferenza. Mi danno gioia e sollievo le frequenti visite della mia Madre Generale e di tante sorelle. Nella mia offerta cerco di non appesantire le sofferenze alle mie sorelle e familiari. È vivo in me il senso della riconoscenza e ringrazio ad ogni piccolo servizio che mi viene prestato. In questa esperienza ho imparato ad accogliere la mia situazione e ad affidarmi a Lui.

Carissima suor Maria Luigia, dopo tanta sofferenza te ne sei andata, lasciando un caro ricordo nella mia memoria; non dimenticherò la tua grinta. La tua voglia di fare sarà il mio punto di forza per andare avanti, portandoti sempre con me, con la tua bontà, ma soprattutto, con la tua umiltà. Eri capace di trasformare qualsiasi momento anche il più faticoso, il più doloroso, in momento di gioia e di allegria. Quando ti chiedevo come stavi, sempre mi ripetevi: “Bene, andiamo avanti!”. Cara suor Maria Luigia, ora sei nella gioia, vivi nella pienezza dell’amore di Dio che ti sei guadagnata vivendo nell’amore su questa terra. Dio ti ha accolto a braccia spalancate! Sii felice, prega per me. Ti abbraccio forte. (suor Maria Teresa Locatelli)

Cara suor Maria Luigia, ti ricorderò sempre nel mio cuore per la tua onestà, trasparenza e umiltà … qualità veramente difficili da trovare nelle persone che ci circondano. Il tuo sorriso e la tua voglia di vivere mi aiuteranno in tutti i momenti più difficili che la vita mi riserverà. Grazie per l’amore che hai regalato. (Annalisa)

Ciao suor Maria Luigia, anche se per pochi mesi sei stata tra noi, ti ringraziamo per la gioia e il coraggio di vivere  che ci hai testimoniato. Ora che sei vicino a Gesù, che hai tanto amato, presentaGli le nostre famiglie, i nostri bimbi, la nostra scuola e intercedi per noi la Sua Benedizione. (Scuola S. Rosa Predappio)