Si è conclusa l’esperienza di volontariato dei giovani nella nostra missione in Kenya. Lasciamo che si raccontino.

L’esperienza di missione è arrivata al termine. È giunto il momento delle prime considerazioni su questo meraviglioso viaggio, anche se non sarà così semplice perché molte sfumature di questo cammino verranno allo scoperto solo con il tempo.
E’ un’esperienza non semplice, che ovviamente ti arricchisce molto a livello personale anche in un arco temporale ristretto come può essere il periodo di tre settimane. Ad eccezione dei primissimi giorni dove eravamo la novità, come abbiamo scritto in precedenza, nonostante fossimo in un contesto totalmente nuovo a livello di cultura, lingua e organizzazione, non ci siamo mai sentiti estranei o stranieri, ma parte di un tutto, di un enorme famiglia.
L’ultimo giorno di CRE abbiamo organizzato un gioco senza distinzioni di età. Abbiamo preparato una decina di giochi, suddivisi in stazioni tra cui salto alla corda, piramide umana, salto con la molletta, bowling, canestro, etc… Ogni bambino poteva giocare nell’ordine che preferiva e quante volte voleva. Ad inizio giornata abbiamo consegnato una sorta di passaporto personalizzato, sul quale alla fine di ogni gioco abbiamo timbrato alcuni simboli sulla base dei punti totalizzati in ogni singola postazione. A fine attività abbiamo premiato, suddivisi per i tre gruppi di età, i bambini con il maggior punteggio.
La cosa che ci ha sorpreso è stato l’aver preparato durante le nostre mattinate libere circa 350 passaporti e averne dovuti preparare un’altra cinquantina al momento, segno che l’ultimo giorno i bambini sforavano la soglia di 400. Inutile dire che per noi questo è stato un segno di gratitudine infinita, per il fatto che ad inizio esperienza, i partecipanti erano numerosi ma non così tanto, segno anche di un passaparola tra i bambini stessi.
L’ultima giornata è stata, oltre che la più impegnativa a livello organizzativo, anche la più emozionante. Questo per innumerevoli motivi, tra cui i ringraziamenti finali. Morray e Paul, gli animatori che ci hanno aiutato moltissimo nell’intrattenimento e nell’animazione dei pomeriggi, ci hanno ringraziato per la nostra presenza e per il nostro lavoro svolto a Kabete, così come alcune mamme, le Suore presenti quel pomeriggio e anche alcuni adolescenti.
Una delle scene che rimarranno impresse nelle nostra mente è stata la commozione di alcune delle ragazze che ci hanno supportato durante le due settimane e i loro abbracci e le parole dolci ed affettuose nei nostri confronti, pur non avendo fatto poi grandi cose, semplicemente delle settimane di animazione.
Un ringraziamento da parte nostra va sicuramente a tutti coloro che ci hanno aiutato nelle due settimane di attività e soprattutto alle Suore che ci hanno ospitato, che hanno permesso di conciliare il “nostro lavoro” a momenti di svago e di turismo, per conoscere ancora meglio la realtà del Kenya. Ci auguriamo davvero che questa esperienza possa continuare anche nelle prossime estati, con altri giovani che si impegnano a vivere un’esperienza così ricca. Ne vale davvero la pena.
                                                                                                                                                        Jessica, Ilario, Mattia e Stefano