Non poteva mancare, nelle molteplici celebrazioni giubilari, il pellegrinaggio al paese delle prime sorelle, che con il Fondatore, hanno saputo ascoltare e accogliere il grido tacito di tante fanciulle bisognose di materne cure. Così, domenica 21 ottobre, festa di S. Orsola, una cinquantina di Orsoline si  reca a Paderno d’Adda, per incontrare persone e luoghi dei primi germogli della nostra famiglia religiosa. Ad attenderci c’è il Parroco, don Antonio, una persona solare, paterna, accogliente, servizievole. Ci sentiamo subito a nostro agio. Ci presenta Annarosa, assessore alla cultura, che, dopo una ricca panoramica della situazione storica e culturale di Paderno, ci illustra le pale di altare e di ogni parete della parrocchiale, le relative vicende e accadimenti. Non  manca il racconto della Provvidenza per il restauro di un opera di grande pregio, a costo zero.

Ci disponiamo per la celebrazione eucaristica, centro e apice della giornata; presiede don Marco, giovane sacerdote vivace, gioioso e zelante. Oltre ad una buona assemblea di adulti, vi sono tanti ragazzi e adolescenti della catechesi e il giovane coretto anima la festosa celebrazione. Don Marco, entra subito nel merito e ci presenta all’assemblea come persone che hanno scelto di fondare la propria vita sulla roccia che è Gesù e per questo è possibile la fedeltà al Vangelo, in ogni tempo e luogo, sull’esempio di Maria. L’omelia è tenuta da sr. Gemma, che presenta la storia e la spiritualità dell’Istituto, ponendo vari interrogativi ai ragazzi presenti. Spontaneo il riferimento alla giornata missionaria: “La missione fino ai confini della terra esige il dono di sé stessi nella vocazione donataci da Colui che ci ha posti su questa terra. … l’essenziale è la ricerca e l’adesione alla propria vocazione”, come scrive Papa Francesco. Spontaneo il riferimento a Sant’Orsola, che non hanno esitato a offrire la vita, per consacrare se stessa all’unico sposo, Gesù Signore. “Confidate nel Signore sempre, poichè il Signore è una roccia eterna”, recita un passaggio della lettura dal profeta Isaia (26,4); “Siamo collaboratori di Dio, e voi siete campo” (I Cor. 3,9). “Santo è il tempio di Dio, campo che egli coltiva” davvero ricca la Parola del giorno. Dopo il grazie a Dio Padre, il celebrante che sogna di poter venire a Gandino con un gruppo di giovani e ragazze, e sogna di avere la gioia di qualche Orsolina in parrocchia. L’invito è di pregare per giovani in discernimento vocazionale e l’augurio di numerose a sante vocazioni per la Chiesa e per l’Istituto. A tutti è consegnato il fumetto “Il coraggio di rischiare”.

Con la visita alla mostra, in cui si è potuto dialogare personalmente con alcuni presenti, c’è l’attesa agape fraterna, ristoratrice del corpo e dello spirito. In una sala fornita di tavoli con le tovaglie bianche linde, adeguatamente preparata da gentili signore, consumiamo in letizia il nostro pranzo al sacco, condividendo, nel bisogno.

Il pomeriggio pure ricco di sorprese, ci ha visto in visita alle case del parroco Busnelli, della sorella Santina e del castello ormai un po’ decadente, dove tuttora abitano i discendenti di Consonni M. Margherita. È stato spontaneo e bello vedere in queste persone ormai distanti nel tempo, le nostre prime sorelle, ormai nel giardino dell’eternità.
Dulcis in fundo, la giornata si chiude con la visita alla Madonna del Bosco, tanto cara anche al nostro grande Papa San Giovanni 23°.
Un grazie pieno e corale al Signore, alla Madre generale, a sr. Gemma Vicaria, a sr Graziella Segretaria e a sr. Agnese che si rende sempre presente tra noi, con graditi e gustosi doni. Grazie a tutte le sorelle partecipanti, per il bel clima di fraternità e di santa letizia vissuto insieme; per l’animazione dei canti nei vari momenti della giornata. Molto apprezzati gli interventi canori delle sorelle venute da lontano. Grazie pieno e intenso a tutte. “Benedici il Signore anima mia, quanto è in me benedica il suo nome, non dimenticherò tutti i suoi benefici, benedici il Signore anima mia”

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“Come è bello stare insieme” Nella visita a Paderno d’Adda, abbiamo potuto respirare il soffio dello Spirito che animò l’inizio del nostro Istituto.  Le quattro giovani che ebbero il coraggio di andare controcorrente per raggiungere il sogno di Dio per loro, ci vogliono richiamare a non sederci, a non perderci lungo il cammino di sequela, ad andare avanti con più entusiasmo e tenacia, pur vivendo in una società molto complessa e difficile da evangelizzare. Non lasciamo che il seme  di Dio gettato a Paderno e raccolto dal nostro don Francesco, si perda lungo il cammino, dobbiamo averne cura, collaborare affinché fiorisca ovunque ci troviamo. Ho colto l’invito a ripartire con più entusiasmo, non sedermi di fronte alle difficoltà quotidiane, alimentare il desiderio di Dio per il suo Regno, con la preghiera e le fatiche di ogni giorno. Un grazie a Madre Raffaella, che ci ha dato l’opportunità di sperimentare la gioia della fraternità, pur in modi diversi ma unite nel cuore. Un grazie alle nostre sorelle dell’Africa che hanno animato la giornata con canti e danze, ci siamo ricreate dalle nostre fatiche per ripartire più desiderose di creare alleanze di fraternità tra noi e con l’umanità. Un grazie di cuore. (Sr Giusy Salvalaglio)

libretto pellegrinaggio