La sera del 30 dicembre 2018, suor Rosapia Noris, ha pronunciato il suo “eccomi” definitivo.

I funerali saranno celebrati a Gandino, mercoledì 2 gennaio 2019, alle ore 10.00.

 

Profilo biografico

Noris Margherita (suor Rosapia) nacque a Comenduno di Albino il 3 aprile 1929 da Luigi e Luigia Zilioli.

Il 15 febbraio 1949 entrò nell’Istituto delle Suore Orsoline di Gandino e il 23 marzo 1950 iniziò il cammino di Noviziato assumendo il nome di suor Rosapia.

Emise la Prima Professione il 30 agosto 1952 e la Professione perpetua il 30 agosto 1958. Fin dai primi anni di vita religiosa, le venne affidato l’incarico di cuoca, che svolse con tanta cura e passione, unendo ad esso un attenzione particolare alla vita parrocchiale dei vari territori in cui visse.

Giovane suora fu per cinque anni nella comunità di Villongo, dal 1952 al 1957, poi un anno nel modenese a S. Caterina di Concordia, e dal 1958 al 1968 alla scuola materna di Mirandola (Modena). Dal 1968 al 1974 fu a Marone (Brescia) poi le venne chiesto il servizio di cuciniera per le sorelle della comunità di Borgo Montenero, in provincia di Latina, dove rimase solo un anno.

Rientrata in terra bergamasca continuò a vivere la sua missione di Orsolina in tre comunità della Val Seriana: dal 1975 al 2000 fu a Ponte Nossa, poi dal 2000 al 2006 a Premolo; in questo ultimo periodo, si dedicò maggiormente all’apostolato parrocchiale, continuando a mantenere i contatti anche con la parrocchia di Ponte Nossa, dalla quale per motivi di ridimensionamento dell’Istituto, si era dovuto chiudere la comunità . Dalla casa di Premolo, suor Rosapia, animata dallo zelo che l’ha sempre contraddistinta e sorretta dalla premura di amici che l’accompagnavano in auto, raggiungeva le comunità di Ponte Nossa e di Parre. Visite ai malati e annuncio del Vangelo “per strada” a tutti, attraverso semplici conversazioni, “battute umoristiche” e promesse di preghiera, hanno caratterizzato questi ultimi anni di attività di suor Rosapia, lasciando in chi l’ha conosciuta, il ricordo di relazioni calde e premurose.

Nel 2006, con la chiusura della comunità di Premolo, giunse a Bergamo, in casa generalizia, dove offrì il suo servizio “casalingo” in ogni modo. Ultimamente, essendo ormai la più ricca di anni, si definiva “la nonna” ed era per tutte una presenza amica, gioviale, donna di preghiera e di intercessione per i bisogni delle famiglie che le circostanze le facevano conoscere.

Dal 27 novembre 2018 era nell’infermeria della casa madre di Gandino a causa delle condizioni precarie di salute. Ci ha lasciate e salutate in condizioni di lucidità, dopo giorni di sofferta attesa dell’incontro con lo Sposo. L’affetto e la gratitudine, nostra e di tante persone che ha incontrato, si fanno ora preghiera perché il Volto luminoso del Signore Risorto sia la sua ricompensa in eterno.