Torino, 15 dicembre 2018 e 26 gennaio 2019. Scuola di Governo per le superiore locali.

Un buon gruppo delle nostre Superiore locali, con la Superiora generale e alcuni membri del Consiglio generale, quest’anno ha partecipato – a Torino – ad una scuola in cui tutte siamo state invitate a riflettere su un modulo dedicato al governo nelle comunità locali. E’ fondamentale sapersi fermare e rinforzare la motivazione di fondo – che è Cristo Gesù –  che deve animare e sostenere ogni nostro quotidiano. Abbiamo iniziato il cammino riflettendo sul tema :”La comunità locale. Luogo del Vangelo”, in cui è stato evidenziato il  mistero di ogni persona – chiamata – eletta – da Dio e perciò portatrice di una grazia ‘gratuitamente ricevuta’. Quando la persona si apre alla relazione, la Scrittura stessa la invita a riflettere sulla difficoltà che si può incontrare (abbiamo riflettuto sul brano di Caino e Abele): nasce la ‘gelosia’  nei confronti dello ‘sguardo di Dio’…e inizia una visione meschina dell’altro. Ecco allora l’importanza della consapevolezza della mia preziosità, della mia identità ‘per  grazia’ e dello sguardo di Dio originale ed esclusivo per ognuno.
La riflessione è continuata con l’approfondimento sulla ‘Istanze della vita fraterna in comune’ e come la vita fraterna è ‘Signum fraternitatis’, secondo gli insegnamenti del Magistero della Chiesa. Ciò  non toglie che la vita fraterna abbia anche in sé ‘fragilità e risorse’  e tutto viene giocato e si verifica nel luogo del quotidiano. Certo, c’è l’idealità della comunità, ma il luogo in cui si forma e vive la comunità è il quotidiano: luogo della verità è la giornata che Dio ci da  vivere.
Lì diventiamo i ‘vedenti’ a cui il Crocifisso – contemplato sul Calvario – trafigge il cuore e, nell’unico dono dello Spirito, si  crea l’umanità nuova.
Comunità : luogo in cui si vive il Vangelo e si comunica la buona novella.
Ma con quale stile vivere il   quotidiano? Con quello di Cristo.
Vivere una relazionalità che ‘costa’, si fonda sul limite, ma che nel mistero pasquale trova il suo senso.
Vivere l’accoglienza che restituisce ‘ciascuna a se stessa’  e se stessa all’altra e viceversa; che dona vita vera.
Vivere la conversione all’ascolto della Parola; alla contemplazione del Crocifisso.
Il tutto coniugato nella prassi quotidiana che porta luce nelle nostre relazioni, che ci permette di abbracciare l’altra che sempre mi restituisce a me stessa.
In che misura sono disposta a lasciare qualcosa di me, per lasciare spazio agli altri?
Qui si fonda la nostra vita fraterna: nel cammino di conversione continua!