Il 25 marzo 2019, solennità della Annunciazione, il Signore ha accolto la consegna definitiva di SR. M. CASTA CONTI che ci ha lasciate, dopo un periodo di riposo trascorso nella nostra Casa di Gandino e di offerta della malattia che l’ha conformata a Cristo Gesù.
I funerali si svolgeranno a Gandino, nella Chiesa di S. Mauro mercoledì 27 alle ore 15.00 e verrà tumulata nel cimitero di Gandino.

PROFILO BIOGRAFICO

Suor Casta nasce a Valbondione (Bergamo) il 4 dicembre 1925 da Giovan Battista e Pierina Riccardi. Entra nel nostro Istituto il 20 agosto 1942 e l’anno successivo inizia il periodo del noviziato che si conclude con la prima professione celebrata a Bergamo il 7 aprile 1945. Emette la professione perpetua il 5 aprile 1945.
Dopo aver raggiunto il Diploma di abilitazione all’insegnamento nelle Scuole materne, svolge la sua missione in aiuto alla scuola materna di Bianzano fino al 1948, anno in cui è trasferita a S. Eufemia (Brescia). Nel 1950 è a Chignolo d’Isola e poi a Pieve Santo Stefano (Arezzo); nel 1962 le viene chiesto il servizio di Superiora della comunità, fino al 1971, quando si recherà, sempre con il servizio di superiora, a Scanzorosciate, scuola materna. Poi nuovamente a S. Eufemia della Fonte. Ritornerà a Scanzorosciate nel 1983 per passare alla scuola materna di Albino nel 1989 e a Cazzano Sant’Andrea nell’agosto 1998.
Concluso il suo servizio come superiora, nel 2000 è ad Angolo Terme, poi a Marone, Bubbiano e nel 2006 a Bergamo, nella comunità Accoglienza. Qui è disponibile per qualsiasi aiuto, con la sua dolcezza e delicatezza che l’hanno sempre contraddistinta. Nel 2015 va a Gandino e anche lì si rende disponibile nei piccoli servizi ad ogni Sorella.

Chi è vissuto con lei la definisce una donna dal cuore grande, capace di ‘custodire’ nel silenzio che comprende  e si ‘fa carico’; umile, pur capace di svolgere i suoi compiti con competenza ma grande semplicità. Donna di preghiera  che invitava spesso a non dimenticare ‘ la porta che conduceva a Lui Eucaristia’; dava fiducia e le si dava fiducia, confidandole spesso pene o pensieri che colmavano il cuore di chi la avvicinava.
Ringraziamo di cuore il Signore per averla donata alla nostra Famiglia religiosa e l’Amatore nostro, la accolga e ‘ceni con lei’ facendole gustare ‘quanto buono e soave è il Signore’.