I vostri fianchi siano cinti, e le vostre lampade accese… Beati quei servitori che il padrone, arrivando, troverà vigilanti! In verità io vi dico che egli si cingerà, li farà mettere a tavola e passerà a servirli”  (Lc 12,35.37).

Quasi ‘improvviso’, la sera del 14 maggio 2019,  è arrivato il Signore da Suor Avemaria Noris che, alla morte della sorella Suor Rosapia (30 dicembre 2018) disse: ora tocca a me! I suoi funerali, a Gandino, giovedì 16 maggio, alle ore 10.00.

Edvige (Suor Avemaria) nasce a Comenduno di Albino l’8 gennaio 1932 ed entra nell’Istituto nel 1953. Dopo la prima professione, nel 1956, è subito destinata come aiuto-cuoca a Roma, San Paolo, presso i Benedettini. Nel 1962 celebra la professione perpetua e nel 1971 inizia il suo servizio come cuoca nel Seminario Regionale di Bologna. Condivide con le Sorelle il servizio a favore dei seminaristi e Sacerdoti, essendo una presenza ‘materna’ sempre e dovunque . Mons. Tinti, in occasione della morte di Suor Berenice, che ha condiviso molti anni con Suor Avemaria (sia a Bologna, sia a Cesenatico) così ha scritto: “Molti sacerdoti di Bologna e della Romagna debbono a lei e a suor Avemaria, che ha sempre condiviso la fraternità con lei, riconoscenza, stima ed affetto”.

Nel 1985 si trasferisce nella casa di Cesenatico dove, per molti anni presta il suo servizio di cuciniera a favore della comunità religiosa e dei tanti ospiti che giungono alla Schuster per godere le bellezze del mare. Nel 2016, necessitando di cure e riposo, si reca a Gandino.

Lasciamo la parola ad una sua nipote che, in occasione del sessantesimo di professione di Suor Avemaria, così scrisse: “…Avere due sorelle suore non era di tutti… e nei discorsi fra noi bambini era motivo di orgoglio elencare i religiosi della famiglia e ci si sentiva fortunati… Nella prima parte della loro vita, abbiamo visto poco le zie suore: erano molto impegnate nel loro servizio fatto di fatica e di umiltà… Per alcuni anni, in occasione dei loro ritiri a Gandino, hanno trovato modo di restare qualche giorno con la loro sorella più piccola, la zia Aneta e, in quella casa paterna piena di ricordi, incontravano sorelle e fratelli. Queste due donne, che hanno vissuto la loro chiamata in una quotidianità faticosa, al servizio degli altri, lontane dai loro parenti, cosa lasciano in ricordo a noi nipoti? Certamente la testimonianza di una “Chiesa del grembiule” che si fa ‘lavapiedi’ del mondo, che è lo stile di vita voluto da Gesù; inoltre un filo di relazioni buone fra noi nipoti…” (Noris Mariateresa).

Ringraziamo il Signore per il dono di Suor Avemaria e la affidiamo a Maria “Porta del cielo” perché Ella stessa la affidi al Padre buono e ottenga grazie e benedizioni per i suoi cari, per tutto l’Istituto, particolarmente per Madre Raffaella, e il dono di nuove Sorelle che si lascino affascinare da Gesù.