Un grido si eleva e rompe il silenzio della notte di Gesù: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato (Mt 27,46);
non è grido di angoscia e tristezza, ma di infinita confidenza.

Oggi l’umanità squarcia il silenzio irreale delle nostre città deserte, grida aiuto, chiede soccorso, è smarrita, spaventata, si sente sola, sollecita vicinanza.
È un’umanità che condivide e vive la passione del Signore.

Signore, sostieni la nostra fragile fede, aiutaci ad entrare nella tua passione, unisci la nostra preghiera alla tua, donaci di gustare profonda e solida intimità con il Padre per alimentare la nostra debole speranza.
Il grido di fanciulli, di donne e uomini, di giovani e anziani sia oggi vissuto con la creatività di gesti e parole di amore, di abbracci sospesi, di sguardi intensi consapevoli di tanta debolezza a cui solo il Padre può dare nome “salvezza”.

Le Chiese diocesane oggi celebrano la giornata della gioventù. Papa Francesco esorta i giovani a lasciarsi toccare dalla potenza del Signore risorto, ad alzarsi, a riprendere vigore interiore, sogni, entusiasmo, speranza, generosità (Cristus vivit, 20).
Il nostro augurio è che ogni giovane ascolti l’invito e, come Maria, viva la chiamata del Signore, si alzi, diffonda la buona notizia, alimenti la speranza, testimoniando lo stile di vita di Colui che è Maestro e Signore, Colui che si cinge il grembiule, si inginocchia e serve per amore.