Mese di maggio, volgiamo gli occhi a Maria a lei ci affidiamo, così come Papa Francesco scrive: «invito a coltivare l’atteggiamento interiore di Maria Santissima: grata per lo sguardo di Dio che si è posato su di lei, consegnando nella fede le paure e i turbamenti, abbracciando con coraggio la chiamata, ella ha fatto della sua vita un eterno canto di lode al Signore».
Dalle Cronache dell’Istituto delle Orsoline, si legge un passaggio a conferma dell’affidamento speciale a Maria, in particolare della superiora generale, Madre Gesuina Seghezzi, che fece predisporre una grotta di Lourdes: è la risposta umana alla grazia ricevuta.
12 settembre 1945: con l’ultimazione della Grotta di Lourdes, in Casa generalizia, si scioglie l’ex voto, per la incolumità della casa stessa. Fu costruita da Attilio Rossetti e tutto il materiale, dal cortile di scarico tra la casa e le Scuole, fu trasportato dalle bimbe libiche, in omaggio alla Vergine, che ha salvato tutte e la città di Bergamo”.

Testimonianza di suor Fabiana Bonacina
Dopo quattro anni di guerra, in cui sperimentammo la protezione di Dio e della Madonna, come madre Gesuina ci aveva promesso, (noi suore sfollate da Magliano Sabina per i bombardamenti) tornammo a Bergamo, abbracciammo i nostri superiori. Quando andammo nel giardino di casa generalizia, con stupore vedemmo la bella grotta della Madonna di Lourdes; le sorelle ci dissero che l’aveva fatta costruire la madre generale Gesuina, per adempiere una promessa fatta alla Madonna quando i tedeschi volevano impadronirsi delle scuole di casa generalizia. Per strani motivi, il comando non si era fatto più vivo. La grotta fu costruita come segno di gratitudine ed è meta di preghiere per tutte le religiose e gli alunni.

Testimonianza di suor Ancilla Borlotti
Il periodo della seconda guerra mondiale corrisponde al primo sessennio del governo di madre Gesuina. Sapevamo che soffriva molto per noi lontane dalla casa generalizia, nel Lazio, perché non c’erano comunicazioni postali né telefoniche, soprattutto dal 1943, quando la linea gotica impediva le comunicazioni tra il nord e il sud dell’Italia. Così scrive nella lettera circolare del Natale 1944: «Pensiamo noi pure con dolore a quello delle nostre care consorelle sfollate, sinistrate, con le case ridotte ad un cumulo di macerie, violentemente divise da noi e con le quali non ci è possibile comunicare». Parlava appunto di noi sfollate da Roma, prima e dopo la distruzione della casa di Via Castelbolognese in Trastevere, avvenuta il 7 marzo 1944. Ricordo che quel martedì 7 marzo, alle undici di mattina, si è presentato uno sconosciuto vecchio aviatore della prima guerra mondiale; al suono dell’allarme, disse a madre Adriana di far scendere tutte le suore con i bambini nel rifugio, perché alla casa avrebbe badato lui stesso. Madre Adriana, che di solito ci la sciava libere di rimanere sopra o di scendere nello scantinato, ci ha comandato di scendere tutte. Eravamo circa 300, tra bambini, suore, genitori che alloggiavano presso di noi. Passò la squadriglia degli aerei colpendo una casa poco distante; appena li sentimmo allontanarsi, pensammo di risalire, ma lo stesso aviatore, osservando la direzione del volo, ci avvertì che stavano ritornando. Giunta all’ultimo gradino dello scantinato, sentii un boato: la casa era totalmente distrutta e noi nel rifugio, urlando, rimanemmo al buio. Una bomba s’è fermata sul gradino che corrispondeva al posto in cui nel rifugio c’era la Madonna di Fatima, portata nello scantinato il giorno prima. La gente del quartiere ci pensava morte con i bambini e invece ci fu solo una grande paura e nessuno subì una scalfittura. Abbiamo ringraziato il Signore e la Madonna di Fatima per averci mandato quell’aviatore e per averci preservato dalla morte. Madre Gesuina aveva chiesto al Signore che nessuna delle sue suore venisse colpita a morte, come avvenne infatti anche a Terracina, a Roma – Tomba di Nerone, e in altre case. Dopo la guerra fece erigere in casa generalizia la grotta alla Madonna di Lourdes, come aveva promesso.