Sta per iniziare il mese di ottobre che, oltre ad essere mese missionario è, anche per noi Orsoline di Maria Vergine Immacolata, preziosa opportunità per vivere con maggior “confidenza di figlie” la nostra relazione con Maria.

Pubblichiamo la riflessione di suor Saba Tekeste, frutto di un’appassionata lettura dello scritto in cui Madre Dositea Bottani commenta la Preghiera dell’Orsolina alla Madre sua.
La sua condivisione, come altre che potrebbero giungere, sia uno stimolo per ripensare e rivivere Maria nella Chiesa, oggi.

ESSERE MARIA

Riflessioni sugli insegnamenti della Serva di Dio madre Dositea Bottani

 

Personalmente gioisco e godo per la scelta che l’istituto ha fatto in questo cinquantesimo anno della santa morte della Madre Dositea Bottani, per invogliare ogni Orsolina ad ‘‘essere Maria nella Chiesa oggi’’.

Per questo mi sono soffermata sull’articolo L’Orsolina di M.V.I. alla Madre sua scritto da Madre Dositea per la nostra rivista «Sub Tuum praesidium Maria» [1961 (VI), n. 4, pagine 9-12], per assorbire meglio lo spirito mariano di cui era imbevuta la Madre. In questo articolo commenta la preghiera composta da lei stessa come sintesi della spiritualità dell’Orsolina di Maria Vergine Immacolata e recitata dall’intero istituto ogni giorno per molti anni. La preghiera inizia sotto la croce, dal momento in cui Gesù affida a sua Madre il discepolo che amava: «Ricevuto dal Figlio morente il divino mandato di una maternità ricca d’amore, tu sei divenuta Madre nostra o Maria… ».

Ho pensato di semplificare le mie riflessioni suddividendole in alcuni punti.

  • Profonda umiltà che proviene dal costante ‘sentire’ interiore della Madre.
  • Fiducia immensa nella maternità di Maria, manifestata in ogni sua azione.
  • Desiderio forte di trasmettere la devozione per la Madonna ad ogni Orsolina, qualsiasi fosse il posto in cui prestava servizio per obbedienza, svolgendolo con serenità e fede.
  • Nessun desiderio di apparire, sempre impegnata a vivere la totalità d’amore e nel più possibile nascondimento, lontana da rivendicazioni e condanne altrui.
  • Sempre schiva da ricerca di consensi per essere solo luce di attrazione a Dio.
  • Capace di accogliere la sofferenza come sua proprietà e come mezzo di unione intensa alla passione di Gesù per la salvezza delle anime.
  • Conosce la fatica del soffrire e con fede si aggrappa a Maria per offrirla totalmente in segreto.
  • Vive orientata ad essere ‘serva di tutte’ come Gesù, servo del Padre.
  • Altro pensiero, per me molto significativo, è notare come la Madre raccomanda, sia chi è al ‘vertice’ come all’ultima sorella, di mettere costantemente Dio al primo posto, e così lavorare solo per Lui.
  • L’obbedienza è considerata elemento essenziale per la formazione di qualsiasi virtù, perché  rende infallibile ogni scelta e serena ogni azione.
  • La povertà è considerata come input per salire a Dio senza bagagli che appesantiscono il cammino e lo rallentano. Da qui nessuna invidia o critica verso chi possiede materialmente più di lei.
  • La castità per ogni sorella è luce di splendore che rafforza la fragilità umana.
  • Vuole mettere sempre Dio al primo posto e quindi è attenta costantemente a non offenderlo, dando spazio a qualche rinuncia personale per fare brillare meglio il Signore.
  • La speranza la sostiene e le dà coraggio nelle fatiche della vita. Nessuna difficoltà soffoca la dolcezza nei tratti o le toglie la gioia di essere consacrata Orsolina.
  • L’entusiasmo di vivere per la gloria di Dio evita la stanchezza spirituale, vista come pericolo e tentazione nella monotonia del quotidiano.
  • Si rivolge con viva fiducia e con preghiera intensa a Maria, perché ogni Orsolina sia un’altra Maria nel sevizio ai più poveri.

Sono pochi pensieri che mi servono a rielaborare la mia vita e mi aiutano ad essere Orsolina mariana, secondo il carisma del nostro Istituto.

Suor Saba Tekeste