Nel cammino di preparazione alla solennità dell’Immacolata, mi sono lasciata accompagnare da alcune riflessioni di Edith Stein su Maria, presenti in alcune sue opere.
Con gioia le condivido, affinché in questo tempo speciale -‘favorevole’- insieme riusciamo a scorgere il ‘germoglio’ che la fedeltà di Dio quotidianamente offre al nostro sguardo.

 «Quando la beatissima Vergine pronunciò il suo FIAT allora iniziò il Regno di Dio sulla terra ed ella ne fu la prima cittadina…»

Dopo aver messo in relazione il fiat di Maria con il fiat creatore della Genesi, Edith prosegue: «Cristo e Maria: il  loro comune fiat!… se il suo cibo (di Cristo) era quello di fare la volontà del Padre celeste, la Madre, il cui essere doveva essere il suo primo cibo, doveva essere abbandonata alla volontà del Padre celeste con tutta la forza della sua anima»…

«Come Maria e con un fiat simile al suo, ogni essere umano è chiamato a consegnarsi, liberamente e per amore a Dio e alla sua volontà, al fine di realizzare quel compito a cui è personalmente chiamato… Con la totale disponibilità del suo fiat, Maria è archetipo della nuova Eva, anzi del discepolo del Signore nella creazione nuova, non è solo modello… Maria è la Madre che ci accompagna nel nostro cammino, è la maestra da cui dobbiamo imparare a piacere al Signore, imparare ad amarlo».

 Maria prototipo dell’essere femminile

«Per le donne, la sequela di Maria, ha un significato specifico: condurle ad esprimere in un modo per loro appropriato, in modo femminile, l’immagine di Cristo…; nel fiat di Maria è espresso tutto il donarsi amoroso a Dio e alla volontà divina, la disponibilità a generare e la risoluzione di consacrare corpo ed anima al servizio della maternità… Ecco perché contempliamo l’Immacolata: al  centro della sua vita ci sta suo Figlio; è l’ancella del Signore e compie ciò per cui è stata chiamata da Dio…
Ed è sposa: una fiducia silenziosa, illimitata; obbedienza tacita; compartecipazione fedele, spontanea al dolore; sottomettendosi alla volontà di Dio».

Edith richiama la figura di Maria anche in relazione alla ‘vocazione soprannaturale’ della donna: «il dono incondizionato di sé che è il principio della vita religiosa, è anche, nello stesso tempo, l’unico possibile compimento adeguato di ciò a cui la donna aspira. Ogni donna è un’immagine della Madre di Dio, ognuna una Sponsa Christi, ognuna un’apostola del Cuore divino…».

Nella specificità dell’essere femminile, che ha la sua realizzazione più perfetta in Maria, Edith Stein vede un’immagine propria della divinità, in particolare dello Spirito Santo: «L’amore pronto al servizio è amore soccorritore che viene in aiuto di tutte le creature per condurle alla perfezione. Ma questo titolo di Soccorritore è il titolo che viene dato allo Spirito Santo. Perciò proprio nello Spirito Santo potremmo vedere il prototipo dell’essere femminile… Se lo Spirito Santo è il consolatore e soccorritore, che risana colui che è ferito, che riscalda chi gela, che ristora chi languisce, quando come padre dei poveri distribuisce tuti i buoni doni, allora lo ritroviamo in tutte le opere dell’amore e della misericordia femminili. Lo spirito che monda ogni macchia, che piega ciò che è rigido, si rispecchia nella purezza e dolcezza della donna…
L’immagine pura dell’essere femminile ci sta dinanzi nell’Immacolata, nella Vergine che era piena di Spirito Santo, il tempio in cui Egli ha posto la sua dimora e che ha colmato della pienezza della grazia. Ella non desiderava niente altro che essere l’ancella del Signore, la porta attraverso cui Egli potesse entrare nell’umanità: perché doveva riportarci la salvezza perduta, non mediante se stessa, ma attraverso il suo divino germoglio».

Nella gioia della condivisione, auguro a ciascuna un incontro affettuoso e profondo con l’Immacolata e concludo con le parole di Edith alla Vergine, scritte in occasione della sua prima professione:

«Madre mia amatissima
che cosa vuoi fare di me? Non lo so.
Ma considero grazia grande e non meritata
d’avermi scelta ad essere Tuo strumento.
Come docile strumento vorrei abbandonarmi nelle tue mani
Confido in Te: Tu puoi rendere utile quest’inabile strumento».

Suor Scolastica Valli