Il 3 gennaio di 250 anni fa, a Gandino, nasceva il nostro fondatore, don Francesco Della Madonna.
Oggi, tutte le comunità delle Orsoline in Italia, Eritrea, Ethiopia, Argentina, Kenya, Polonia, Brasile e Sud Sudan lodano il Padre per il prezioso dono della vita di questo suo figlio, e per l’esperienza dello Spirito a lui concessa, origine di un nuovo carisma nella Chiesa.
Ci è caro ricordarlo, nella sua totale dedizione al prossimo, come lo ha descritto, nelle Memorie Madre Anna Bertacchi:
«Egli si diede tutto a tutti, per condurre a tutti Gesù. Tra le ammirevoli qualità, che lo rendevano così caro, primeggiava la carità, per cui a tutti era accessibile, intero a tutti, pronto per tutti, e con tutti benefico. Come padre comune, viveva per tutti, non mancava a nessuno, tenendo a tutti aperto il cuore della sua grande pietà.
Egli si impegnò a mettere pace fra le famiglie, nelle quali a quei tempi, non mancavano discordie, e quale angelo riconciliatore, portava ovunque la pace del Signore, bene sommo che si possa quaggiù godere».

Per sentirci “famiglia” anche se lontane…

Molte volte, nei consueti incontri di fine anno o in particolari celebrazioni di famiglia, abbiamo gustato la bellezza di pregare insieme e di arricchirci vicendevolmente, ricordando alcuni aspetti che hanno caratterizzato la vita di Don Francesco Della Madonna.
Poiché l’attuale situazione sta impedendo questi momenti di incontro fra comunità, proponiamo di arricchire questa pagina, inviando pensieri personali o testi che ci aiutino a far memoria dell’umile grandezza del nostro fondatore e farlo conoscere ad altri (Inviare a segreteriagenerale@orsolinegandino.it)

Iniziamo pubblicando l’augurio di Madre Raffaella, pensato per questo giorno, che ci riporta al cuore della nostra identità.

 


 

“Il zelante Vicario
(Don Francesco Della Madonna),

tutto abbandonatosi nelle mani di Dio,
del cui amore ardeva come un serafino,
tutto s’era offerto a Lui, perché ne disponesse come meglio gli aggradiva, secondo i suoi alti disegni, a guisa d’un Francesco Zaverio, che mettevasi alla divina presenza, con le mani ed i piedi legati, per darsi senza riserva al Signore e cominciò subito a seguire la divina ispirazione, collo effettuare il suo divisamento (progetto)”.  Dalle “Memorie edificanti”

L’esempio di Don Francesco, che si è dato senza riserva al Signore, “mani e piedi legati…” ci aiuti a vivere la nostra vocazione con fiducioso abbandono in Dio e con radicalità, come è scritto nella nostra Regola di vita:

Suor Estela Aguilera

 

 


 

Fare memoria… 3 gennaio 2021

Fare memoria del proprio Padre Fondatore è momento di grazia: ha in sé un tocco profondo di nostalgia  ma anche di slancio, per  non perdere la passione e la generosità dell’inizio.
Mi sono chiesta cosa cogliere oggi dall’eredità lasciatami da Padre Francesco… e in cuore mi si sono presentati alcuni scritti, prodotti da amici. L’Uomo di Dio è ‘maturato’ in terra straniera (Veneto) grazie anche alla grande amicizia con Sacerdoti che lo hanno aiutato a ‘discernere’ il disegno di Dio per Lui: “lavorare nella vigna del Signore”
Scriveva di lui il Delegato di Gambarare: “Mediante le sue indefesse cure e la sua instancabile attività, egli ha rimesso nel suo splendore il servizio divino in questa chiesa parrocchiale… Non ha risparmiata la sua salute e la sua vita nell’eseguire i propri doveri, nell’accorrere all’assistenza degli infermi nel vasto Territorio ed ha saputo conciliarsi la venerazione e la stima di tutti… il solo servizio di Dio e la salute dell’anime a lui affidate, non viste di particolare interesse o fini secondari, erano li moventi delle sue direzioni”.
Ed il parroco di Gandino, don Flaminio Caccia afferma: attesto…che… Don Francesco è di ottimi ed esemplari costumi… zelante, assiduo a tutte le funzioni ecclesiastiche, indefesso nell’ascoltare le confessioni, parla bene dal pulpito, lontano dalle conversazioni secolaresche… per la sua abilità e la sua saviezza è in caso di adempiere a dovere all’ufficio di buon Parroco”.
Ho un ‘ritratto’ che basterebbe per benedire il Signore di avermi dato in dono un tale Padre, di sentirlo ‘vivo’ in un oggi non molto diverso dal suo tempo, nel quale egli ha saputo vivere quel “non c’è amore più grande che dare la vita”.
Ed ecco uno stralcio di una lettera scritta dal parroco di Vall’Alta (don Rocco Zenoni – 19 gennaio 1834) che accoglie don Francesco dopo la sua rinuncia alla parrocchia di Gandino: “…ritrovai (il Della Madonna) nella massina costernazione di spirito, fuggìa mi disse dalla Parrocchia non ritrovando nel suo cuore sufficiente forza per essere presente alla pubblicazione della sua rinuncia… m’intenerì sì vivamente che io lo obbligai a restare… in mia casa e sotto la mia personale responsabilità”.
(obbligato dal Commissario a ritornare in Gandino, poiché si trovava a Cene per una predicazione) “…l’ho veduto tutto sbigottito e lacrimante affidarsi al Signor Commissario… e partir per Gandino. La numerosa folla scoppiò nei più lieti evviva, ed io son partito piangendo, perché mi pareva l’immagine di Gesù Cristo; e dubito che dopo gli Osanna succederanno nel presto crocifigatur…”
E il suo necrologio, prodotto da un giornalista e compendio di una vita ‘persa per portare frutto’, recita: “…nuovo colpo fatale attentava la morte ai preziosi giorni d’un altro zelante sacerdote, vittima di zelo ardente, eroe di carità, il reverendo don Francesco Della Madonna… L’abbandono di quella parrocchia divenne un fortunato acquisto per la nostra città… senza tregua e lontano da ogni interesse, e nel confessionale, e nelle scuole della dottrina, negli esercizi spirituali, e sui pulpiti e al letto degli infermi era incessante la sua carità”.

250 anni… eppure ancora così ‘vivente’ attraverso la nostra Famiglia religiosa i cui membri sono chiamati a rivivere il dono dello Spirito posto in Lui e riversato nel cuore di ciascuna.
Don Francesco ci ottenga che la nostra vita sia sorretta dall’audacia e dalla gioia di ricominciare… da che cosa?
Dalla misericordia,
da una vita semplice e
da uno sguardo nuovo.
Torniamo a contare i nostri giorni…
per giungere alla sapienza del cuore,
per condividere l’amore misericordioso riversato abbondantemente nei nostri cuori,
per entrare nel movimento di ascolto ed obbedienza del Figlio,
per immetterci nella via della comunione con il Padre,
per sederci accanto alla sorella ed ascoltare senza far rumore, senza giudicare,
per contemplare il capolavoro che continuamente Dio opera in noi e attorno a noi,
per condividere la gioia che è senza tempo,
per abitare ogni oggi in umiltà e semplicità,
per costruire fraternità evangeliche caratterizzate dal… dare la vita per…
per avere il coraggio di guardare negli occhi noi stesse, le altre con lo sguardo di Dio,
per divenire sempre più ‘umane’ ad immagine dell’uomo Cristo Gesù,
per ‘servire’ occupando con gioia ‘l’ultimo posto’ come il ‘vero nostro posto’.
Sentiamoci in cammino ‘insieme’, rigenerate dall’Eucaristia celebrata ogni giorno, dalla Parola che si incarna nel qui ed ora, nel ‘rivivere Maria’ la ‘serva del suo Signore’, come Lei ‘piene di grazia’ = tutto è gratuità che diviene gratitudine per essere servizio.

Suor Scolastica Valli