Suore Orsoline di Maria Vergine Immacolata (di Gandino)

Donne consacrate a Dio nella missione educativa

L’Istituto delle Suore Orsoline di Maria Vergine Immacolata è stato fondato a Gandino (Bergamo-Italia) il 3 dicembre 1818 dal Vicario parrocchiale don Francesco Della Madonna con undici ragazze di Paderno d’Adda, Gandino, Leffe. E’ la prima congregazione di Orsoline di vita apostolica a sorgere in Italia dopo le soppressioni napoleoniche del 1810.

Il fine di questa nuova famiglia religiosa, fin dalle origini, è quello della formazione cristiana e civile delle ragazze.

Il fondatore, mosso a compassione per la penosa situazione morale e materiale della sua terra dopo il periodo delle guerre napoleoniche, fu ispirato da Dio a dare un contributo alla riforma ecclesiale e sociale a partire dall’educazione delle ragazze. Affidò, quindi, a donne consacrate la grande missione dell’educazione popolare femminile, come evidenziano chiaramente le Memorie dell’istituto: “Lo zelante Vicario pensò innanzi tutto all’istruzione delle fanciulle, le quali devono essere le spose, le madri, nelle cui mani sta riposta la sorte della famiglia, della società, delle nazioni. Dio pose nella donna un animo delicato che facilmente si piega al bene, e pare ch’essa abbia una prerogativa: d’informare de’ suoi buoni sentimenti quanti l’avvicinano… Ella venne dotata di molta forza morale e di tanta efficacia di persuasione, che può operare molto a vantaggio della società. La madre poi è quella che forma il cuore de’ figli e, quando sia buona, pia e capace d’adempiere il suo dovere, alleverà buoni figlioli, buone famiglie, informate allo spirito cristiano ed al buon costume. Ma dove trovare valenti educatrici che sappiano informarsi all’altezza del compito loro, e che portino costantemente il peso del sacrificio, cui esige l’educazione della gioventù? La donna a quest’opera dedicata, per una santa missione di stato, la Suora potrebbe impartire una cristiana educazione alle figliole, ed in questo modo si potrebbe sperare la riforma del paese” (Memorie 43-44).

 

La scelta del carisma

La scelta del carisma di S. Angela Merici

La prima comunità riunita attorno al fondatore volle subito darsi una Regola per assumere una precisa identità carismatica in cui fossero

ben armonizzate consacrazione a Dio e missione educativa. Agli inizi del 1819 don Francesco prese contatto con santa Maddalena di Canossa, fondatrice della Figlie della Carità a Verona. Proprio in quei mesi ella stava preparando una fondazione anche a Bergamo e, quindi, si pensava all’opportunità di fondere il gruppo di Gandino con quello di madre Maddalena. Non avvenne l’unione.

Già nel 1820 il fondatore e il gruppo di Gandino si orientarono verso il carisma di S. Angela Merici e nel febbraio del 1821 scelsero la Regola delle Orsoline. A Clusone (Bergamo) il fondatore ricevette da Teresa Uccelli, ex Orsolina del soppresso “monastero” (in realtà una congregazione senza voti solenni), il Cerimoniale della Compagnia di S. Orsola di Brescia, stampato a Venezia nel 1667.

Quasi certamente don Francesco ricevette anche il testo della Regola di Brescia osservata fino al 1810 dalle Orsoline di Clusone, oltre a due volumi delle Croniche delle Orsoline. Queste ultime, che conserviamo ancora oggi nella nostra biblioteca antica, sono state scritte da un’Orsolina francese, Mère de Pommereu, e pubblicate in italiano nel 1705. Il primo volume delle Cronache inizia con due interessanti capitoli che si completano a vicenda, e sono intitolati: “L’origine di quest’Ordine nel martirio di S. Orsola e delle sue compagne” – “Vita della Beata Madre Angela di Brescia fondatrice dell’Ordine delle Orsoline, tratta dal libro della sua vita composto dal Reverendo Padre Huge Quaré Sacerdote dell’Oratorio”. La lettura di questi due capitoli ci porta a cogliere lo stretto legame che esiste tra Orsola e Angela nella spiritualità delle prime Orsoline di Gandino. Buona parte del primo capitolo di queste Cronache, soprattutto il lungo paragrafo “Del fine particolare di quest’Ordine, della sua eccellenza e stabilimento”, è stata utilizzata quasi alla lettera da madre Anna Bertacchi nelle Memorie dell’istituto. La prima comunità delle Orsoline di Gandino, quindi, aveva a disposizione anche dei libri conoscere le sue due patrone, S. Orsola e S. Angela, per ammirarne e imitarne gli esempi di santità.

 

“… per vivere in comunione sotto la regola ed istituto di S. Angela Merici, volgarmente dette le Orsoline” (don Francesco Della Madonna, fondatore)

Il fondatore e le prime seguaci da lui riunite a Gandino hanno scelto la Regola di S. Angela Merici perché più adatta alla forma di vita consacrata e alla missione educativa dell’istituto.

Documenti autorevoli parlano di questa scelta, fatta da don Francesco insieme alla comunità:

– nella lettera scritta dalle prime Orsoline al Parroco di Gandino don Benedetto Testa nel maggio 1823 (cfr. Zanchi 578) si parla di “istituto di S. Angela Merici”, e questo implica la regola. Così è scritto nel documento citato: “Il Signore dispose che noi sottoscritte ci unissimo in questa casa per educare, e cristianamente e civilmente, le ragazze di questo suo popolato paese, e bramando noi di abbracciare un Istituto per convivere sempre unite pel solo surriferito oggetto [cioè per l’educazione delle ragazze], supplichiamo Vostra Reverenda di porgere le nostre più umili preghiere al nostro benemerito Superiore Sua Eccellenza Monsignor Vescovo, perché ci ottenga il Sovrano beneplacito di abbracciare l’Istituto di S. Angela Merici, così detto delle Orsoline, come più proprio per il nostro e altrui scopo, e che è quello cui vivamente aspiriamo”;

– Il vescovo di Bergamo mons. Pietro Mola, nella richiesta al Governo il 24 giugno 1823 parla di una regola delle Orsoline, che però dovrà essere modificata per renderla adatta ai tempi e agli impegni educativi delle suore: “… tanto il benefico istitutore [don Francesco], quanto le pie donne, che a quest’opera utile si sono dedicate progettando d’unanime consenso di trasformare questo semplice Collegio di educazione in un ben regolato formale istituto sotto la regola delle Orsoline…” (Zanchi 580);

– don Francesco Della Madonna, nella lettera alla Curia di Bergamo il 1° giugno 1825: “…il sottoscritto Sacerdote don Francesco Della Madonna [chiede che sia dato alle giovani di Gandino il permesso] di vivere in comunione sotto la regola ed istituto di S. Angela Merici, volgarmente dette le Orsoline” (Zanchi 583);

– la prima superiora generale, madre Bona Rovelli, nel primo registro (1858): “Per quarant’anni le Suore componenti l’Istituto si attennero alla regola delle Orsoline che abbracciarono all’inizio privatamente e col solo consenso di Monsignor Vescovo Mola” (Zanchi 588).

 

L'identità

L’identità dell’Orsolina di Maria Vergine Immacolata

(dal Progetto Formativo nn. 1-3.16)

La formazione dell’Orsolina di Maria Vergine Immacolata ha il suo fondamentale punto di riferimento in Gesù Cristo, Servo (cfr. Is 49, 1-6; Fil 2, 5-11) pieno di compassione per l’umanità (cfr. Mt 9, 36), contemplato attraverso l’esperienza carismatica che il nostro padre fondatore, Francesco Della Madonna, ha vissuto insieme alla prima comunità di giovani donne, riunite attorno a lui il 3 dicembre 1818 nella “più nuda povertà” della casa di Gandino.

Lo Spirito del Signore, posandosi sul fondatore in preghiera, “mani e piedi legati” come Francesco Saverio (cfr. Memorie 44), gli ha aperto le Scritture, gli ha donato una comprensione nuova del mistero della compassione di Gesù Cristo e una nuova forza creativa per l’attualizzazione e il compimento della Parola nella storia. Questa esperienza originaria si è concretizzata nella missione educativa che don Francesco ha affidato a donne consacrate profondamente motivate dalla spiritualità mariana e dalla sapienza educativa mericiana. Tale missione è rivolta principalmente alla formazione integrale della donna fin dall’infanzia, strategia pastorale considerata dal padre fondatore come particolarmente efficace per il rinnovamento cristiano della famiglia e della società (cfr. Memorie 43-44; 61-64).

Noi oggi incarniamo l’eredità spirituale del fondatore e il patrimonio di cultura elaborato dall’istituto lungo quasi due secoli di “storia sacra”. Consapevoli della creatività profetica che il carisma educativo sa sviluppare in ogni tempo e in ogni luogo, ci apriamo alla “promessa” di Dio nelle sfide della storia attuale, con il discernimento e l’audacia del nostro essere donne aperte allo Spirito (Vita consecrata 48), nella Nazareth di ogni giorno, come Maria. Siamo quindi «libere nella continuità e fedeli nella novità».

Nella docilità allo Spirito Santo e attraverso il discernimento comunitario, viviamo con fedeltà creativa alle origini e con attenzione profonda alle sfide del nostro tempo per collaborare alla nuova evangelizzazione, in sintonia con il cammino della Chiesa locale. Il nostro carisma educativo, nel tempo e nella sua diffusione in varie aree geografiche, non si è limitato alla scuola, ai collegi e agli orfanotrofi, ma ha anche abbracciato gli ambiti dei servizi socio-assistenziali, quali: case di riposo, ambulatori… Tuttavia la priorità è sempre stata riconosciuta alla «cristiana educazione ed istruzione» della gioventù femminile (cfr. Memorie 61.85), criterio tenuto costantemente presente nell’assunzione di nuovi servizi.

La scelta del carisma di S. Angela Merici

La prima comunità riunita attorno al fondatore volle subito darsi una Regola per assumere una precisa identità carismatica in cui fossero

ben armonizzate consacrazione a Dio e missione educativa. Agli inizi del 1819 don Francesco prese contatto con santa Maddalena di Canossa, fondatrice della Figlie della Carità a Verona. Proprio in quei mesi ella stava preparando una fondazione anche a Bergamo e, quindi, si pensava all’opportunità di fondere il gruppo di Gandino con quello di madre Maddalena. Non avvenne l’unione.

Già nel 1820 il fondatore e il gruppo di Gandino si orientarono verso il carisma di S. Angela Merici e nel febbraio del 1821 scelsero la Regola delle Orsoline. A Clusone (Bergamo) il fondatore ricevette da Teresa Uccelli, ex Orsolina del soppresso “monastero” (in realtà una congregazione senza voti solenni), il Cerimoniale della Compagnia di S. Orsola di Brescia, stampato a Venezia nel 1667.

Quasi certamente don Francesco ricevette anche il testo della Regola di Brescia osservata fino al 1810 dalle Orsoline di Clusone, oltre a due volumi delle Croniche delle Orsoline. Queste ultime, che conserviamo ancora oggi nella nostra biblioteca antica, sono state scritte da un’Orsolina francese, Mère de Pommereu, e pubblicate in italiano nel 1705. Il primo volume delle Cronache inizia con due interessanti capitoli che si completano a vicenda, e sono intitolati: “L’origine di quest’Ordine nel martirio di S. Orsola e delle sue compagne” – “Vita della Beata Madre Angela di Brescia fondatrice dell’Ordine delle Orsoline, tratta dal libro della sua vita composto dal Reverendo Padre Huge Quaré Sacerdote dell’Oratorio”. La lettura di questi due capitoli ci porta a cogliere lo stretto legame che esiste tra Orsola e Angela nella spiritualità delle prime Orsoline di Gandino. Buona parte del primo capitolo di queste Cronache, soprattutto il lungo paragrafo “Del fine particolare di quest’Ordine, della sua eccellenza e stabilimento”, è stata utilizzata quasi alla lettera da madre Anna Bertacchi nelle Memorie dell’istituto. La prima comunità delle Orsoline di Gandino, quindi, aveva a disposizione anche dei libri conoscere le sue due patrone, S. Orsola e S. Angela, per ammirarne e imitarne gli esempi di santità.

 

“… per vivere in comunione sotto la regola ed istituto di S. Angela Merici, volgarmente dette le Orsoline” (don Francesco Della Madonna, fondatore)

Il fondatore e le prime seguaci da lui riunite a Gandino hanno scelto la Regola di S. Angela Merici perché più adatta alla forma di vita consacrata e alla missione educativa dell’istituto.

Documenti autorevoli parlano di questa scelta, fatta da don Francesco insieme alla comunità:

– nella lettera scritta dalle prime Orsoline al Parroco di Gandino don Benedetto Testa nel maggio 1823 (cfr. Zanchi 578) si parla di “istituto di S. Angela Merici”, e questo implica la regola. Così è scritto nel documento citato: “Il Signore dispose che noi sottoscritte ci unissimo in questa casa per educare, e cristianamente e civilmente, le ragazze di questo suo popolato paese, e bramando noi di abbracciare un Istituto per convivere sempre unite pel solo surriferito oggetto [cioè per l’educazione delle ragazze], supplichiamo Vostra Reverenda di porgere le nostre più umili preghiere al nostro benemerito Superiore Sua Eccellenza Monsignor Vescovo, perché ci ottenga il Sovrano beneplacito di abbracciare l’Istituto di S. Angela Merici, così detto delle Orsoline, come più proprio per il nostro e altrui scopo, e che è quello cui vivamente aspiriamo”;

– Il vescovo di Bergamo mons. Pietro Mola, nella richiesta al Governo il 24 giugno 1823 parla di una regola delle Orsoline, che però dovrà essere modificata per renderla adatta ai tempi e agli impegni educativi delle suore: “… tanto il benefico istitutore [don Francesco], quanto le pie donne, che a quest’opera utile si sono dedicate progettando d’unanime consenso di trasformare questo semplice Collegio di educazione in un ben regolato formale istituto sotto la regola delle Orsoline…” (Zanchi 580);

– don Francesco Della Madonna, nella lettera alla Curia di Bergamo il 1° giugno 1825: “…il sottoscritto Sacerdote don Francesco Della Madonna [chiede che sia dato alle giovani di Gandino il permesso] di vivere in comunione sotto la regola ed istituto di S. Angela Merici, volgarmente dette le Orsoline” (Zanchi 583);

– la prima superiora generale, madre Bona Rovelli, nel primo registro (1858): “Per quarant’anni le Suore componenti l’Istituto si attennero alla regola delle Orsoline che abbracciarono all’inizio privatamente e col solo consenso di Monsignor Vescovo Mola” (Zanchi 588).

 

L’identità dell’Orsolina di Maria Vergine Immacolata

(dal Progetto Formativo nn. 1-3.16)

La formazione dell’Orsolina di Maria Vergine Immacolata ha il suo fondamentale punto di riferimento in Gesù Cristo, Servo (cfr. Is 49, 1-6; Fil 2, 5-11) pieno di compassione per l’umanità (cfr. Mt 9, 36), contemplato attraverso l’esperienza carismatica che il nostro padre fondatore, Francesco Della Madonna, ha vissuto insieme alla prima comunità di giovani donne, riunite attorno a lui il 3 dicembre 1818 nella “più nuda povertà” della casa di Gandino.

Lo Spirito del Signore, posandosi sul fondatore in preghiera, “mani e piedi legati” come Francesco Saverio (cfr. Memorie 44), gli ha aperto le Scritture, gli ha donato una comprensione nuova del mistero della compassione di Gesù Cristo e una nuova forza creativa per l’attualizzazione e il compimento della Parola nella storia. Questa esperienza originaria si è concretizzata nella missione educativa che don Francesco ha affidato a donne consacrate profondamente motivate dalla spiritualità mariana e dalla sapienza educativa mericiana. Tale missione è rivolta principalmente alla formazione integrale della donna fin dall’infanzia, strategia pastorale considerata dal padre fondatore come particolarmente efficace per il rinnovamento cristiano della famiglia e della società (cfr. Memorie 43-44; 61-64).

Noi oggi incarniamo l’eredità spirituale del fondatore e il patrimonio di cultura elaborato dall’istituto lungo quasi due secoli di “storia sacra”. Consapevoli della creatività profetica che il carisma educativo sa sviluppare in ogni tempo e in ogni luogo, ci apriamo alla “promessa” di Dio nelle sfide della storia attuale, con il discernimento e l’audacia del nostro essere donne aperte allo Spirito (Vita consecrata 48), nella Nazareth di ogni giorno, come Maria. Siamo quindi «libere nella continuità e fedeli nella novità».

Nella docilità allo Spirito Santo e attraverso il discernimento comunitario, viviamo con fedeltà creativa alle origini e con attenzione profonda alle sfide del nostro tempo per collaborare alla nuova evangelizzazione, in sintonia con il cammino della Chiesa locale. Il nostro carisma educativo, nel tempo e nella sua diffusione in varie aree geografiche, non si è limitato alla scuola, ai collegi e agli orfanotrofi, ma ha anche abbracciato gli ambiti dei servizi socio-assistenziali, quali: case di riposo, ambulatori… Tuttavia la priorità è sempre stata riconosciuta alla «cristiana educazione ed istruzione» della gioventù femminile (cfr. Memorie 61.85), criterio tenuto costantemente presente nell’assunzione di nuovi servizi.