Sabato Santo

Siamo abituati, in questo tempo di pandemia al silenzio:
il silenzio delle strade sotto casa, delle città, delle case vicine, dei cortili delle scuole, di tante fabbriche

Siamo abituati alla solitudine:
per chi vive da solo, per chi deve modificare le sue abitudini, per chi è costretto a mantenere salutari distanze, non c’è contatto, per tanti neppure nella stessa casa!.

Restano le processioni di veloci ambulanze che passano a sirene spiegate;
restano le dolorose immagini di colonne di mezzi dell’esercito per l’ultimo abbraccio a nostri cari che non hanno superato il contagio,
restano i passi solleciti, ansiosi, preoccupati di chi nelle corsie di ospedali e residenze sanitarie, di case si affretta e si prende cura per alleviare tanto dolore,
resta l’andirivieni dei tanti volontari impegnati per raggiungere chi è nel bisogno e consegnare il necessario per rendere meno pesante la giornata,
resta ….

Salvaci, Signore del mondo!
Sulla croce ci hai redenti con il tuo sangue:
aiutaci, Signore nostro Dio
(Liturgia).

Oggi facciamo spazio al vuoto senza temerlo, fino ad arrivare alla forza di celebrarlo.
Oggi teniamo il nostro cuore sospeso alla sorpresa della tua risurrezione, sorpresa esistenziale.

Come Maria, Signore, aiutaci a tenere accesa la lampada dell’amore più forte della morte.