Le riflessioni sparse, che mi accingo a scrivere, sono nate mentre leggevo la biografia di Madre Dositea Bottani, elaborata da don Mario Benigni (Un’anima e la sua storia. Madre Dositea Bottani nel rinnovamento del Concilio, ed. Paoline, Cinisello Balsamo 1992)

Conosco discretamente bene il luogo in cui Maria Domenica è nata, perché dista solo pochi chilometri dal paese natio della mia nonna paterna, e posso dire di aver anche ben impressa la fede della gente di quella terra e di quel periodo, perché mia nonna nacque solo 5 anni dopo Maria Domenica e quanto mi ha trasmesso rimane abbastanza indelebile nella mia memoria di cristiana. Si trattava di gente dalla fede schietta, onesta e senza fronzoli. Insomma, una fede solida quanto semplice, lineare, robusta, fatta di poche parole, ma con un forte senso della presenza del Signore nel quotidiano dell’esistenza. Partirei da qui, per dire che una delle cose che emerge a mio parere piuttosto bene dalla biografia è che Madre Dositea nasce e cresce nella fede, preceduta e accompagnata da una comunità che è evidentemente quella della famiglia credente in cui è nata e quella del piccolo paese in cui ha vissuto i suoi primi anni. Poi ci saranno le Figlie del Sacro Cuore e soprattutto don Angelo Madaschi e – una volta entrata nell’Istituto delle Orsoline – madre Gesuina Seghezzi insieme alle sorelle della comunità tutta.

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