Durante la messa della domenica, a partire dalla lettura del Vangelo che presenta la vedova elogiata da Gesù per aver dato “tutto quello che aveva”, il sacerdote nell’omelia lascia come compito ai bambini e (non bambini) di giocare a nascondino con Gesù durante la settimana, cioè, fare dei piccoli gesti nascosti agli occhi degli altri, ma guardati da Lui e osservare insieme a Lui i gesti che gli altri fanno per noi senza fare tanta pubblicità! L’impegno, quindi, è diventare insieme un “Miracolo uno per l’altro”, non tanto cercare dei miracoli o aspettare di fare dei miracoli, ma diventare noi stessi dei veri miracoli per coloro che ci sono accanto. Certo, bisogna imparare ad osservare le persone, imparare a guardarci un po’ di più, ad accogliere i piccoli servizi, sguardi, sorrisi…

Nei giorni seguenti una bambina della classe terza mi lascia un biglietto scritto da lei! Certamente con degli errori d’ortografia, ma comunque rimane chiaro il suo messaggio: “Per Suor Estela da Sara”“La mia mano è nella mano del Signore e di Dio”; aggiunge anche dei cuoricini. Il suo desiderio di bene nei mei confronti!
Penso che siamo così davanti a Dio, facciamo le nostre preghiere (e diversi gesti e propositi) come riusciamo, a volte fuori dalle “regole grammaticali”, da ciò che noi consideriamo una vera preghiera, invece Dio accoglie comunque i nostri gesti, perché non bada tanto alle parole dette bene, ma all’intenzione che portiamo dentro.

Il miracolo allora è vivere dei piccoli gesti quotidiani, non qualcosa di irraggiungibile, straordinario, faticoso… Piccoli gesti quotidiani per non essere altro che un grande miracolo vivente, perché Dio è in me, in te, in noi. E non si “nasconde” perché non ci vuole vedere, anzi nella sua pedagogia lo fa per aiutarci a mettere fuori il meglio di noi. Ci proviamo?  Giochiamo al nascondino con Lui?

Sr. Estela Aguilera

Comunità di Trastevere