Domenica 15 maggio 2022, papa Francesco ha proclamato 10 nuovi santi, tra i quali il bergamasco san Luigi Maria Palazzolo, Fondatore delle Suore delle Poverelle. Nato a Bergamo nel 1827, fin da bambino manifestò una particolare sensibilità verso i poveri e i bisognosi. Ordinato sacerdote nel 1859, fondò l’Istituto delle Suore delle Poverelle con la Venerabile Madre Teresa Gabrieli nel 1869 con il carisma della carità verso i più poveri, soprattutto ragazzi e giovani. Diceva don Luigi: «Io cerco e raccolgo dove altri non giunge. Perché dove altri giunge, lo fa assai meglio di quello che io potrei fare; dove altri non giunge cerco di fare qualcosa io, così come posso». Morì a 58 anni il 15 giugno 1886. La sua beatificazione fu celebrata a Roma da papa Giovanni XXIII il 19 marzo 1963.
La Venerabile Madre Dositea Bottani, scrivendo la lettera circolare alle suore Orsoline per la Pasqua, iniziò proprio con la gioia per la beatificazione di don Luigi Palazzolo:
«Figlie carissime,
nei fulgori della Pasqua, accanto al risorto Figlio di Dio, torna a brillare nella sua terra, di vivida luce, Don Luigi Maria Palazzolo, proclamato solennemente Beato da un Papa bergamasco, Giovanni XXIII, nella festa di San Giuseppe di quest’anno. Fondatore della Congregazione Religiosa delle “Suore delle Poverelle”, padre dei poveri, degli orfani, degli abbandonati, il Beato fece del proprio palazzo la loro casa e, buon Giullare del Buon Dio, sotto le punte del cilicio, divertiva il prossimo, martoriando le proprie carni. Da ricco, fatto povero; da signore, servo; da onorato, pazzo: per l’amore di Cristo donò tutto se stesso a tutti gli indigenti, percorrendo il cammino della vera gloria. Oggi, il suo Istituto, a ragione, è in grande esultanza; e noi pure esultiamo e ci congratuliamo con le sue Figlie, per l’onore che Dio rende anche quaggiù alla carità del suo Servo  fedele».
Anche noi oggi facciamo festa con le Suore delle Poverelle per la canonizzazione del loro Fondatore, partecipando alla gioia di tutta la Chiesa. Ha scritto papa Francesco: «La santità è il volto più bello della Chiesa» (Gaudete et exultate 9).
E nell’omelia delle canonizzazioni di domenica 15 maggio ha spiegato in che cosa consiste la santità: «All’inizio del nostro essere cristiani non ci sono le dottrine e le opere, ma lo stupore di scoprirsi amati, prima di ogni nostra risposta. Mentre il mondo vuole spesso convincerci che abbiamo valore solo se produciamo dei risultati, il Vangelo ci ricorda la verità della vita: siamo amati. E questo è il nostro valore: siamo amati […] Essere discepoli di Gesù e camminare sulla via della santità è anzitutto lasciarsi trasfigurare dalla potenza dell’amore di Dio».

Suor Melania Balini