Oggi, 14 giugno 2022, nel 176° anniversario di morte del nostro Fondatore don Francesco Della Madonna (1771-1846), le Suore Orsoline di Maria V.I. ricordano con venerazione e gratitudine il loro Fondatore, che nel 1818 diede inizio a Gandino ad un piccolo Istituto che ora è presente con il carisma educativo ed assistenziale in Italia, Polonia, Eritrea, Etiopia, Kenya, Sud Sudan, Argentina, Brasile.
Riproponiamo quanto lo storico mons. Goffredo Zanchi  scrive nella biografia (Don Francesco Della Madonna, Milano 1998, pp. 477-478) commentando il necrologio del Fondatore, pubblicato dal Facchinetti sull’Almanacco “Notizie Patrie” del 1847, alle pagine 75-76:

« Il giornalista Facchinetti, redattore dell’almanacco cittadino “Notizie Patrie”, evidentemente più libero e meno condizionato, non mancò di fare un autentico panegirico, che è un sincero riconoscimento dell’eroica carità e dell’ardente zelo di don Francesco. Benché in maniera velata, non mancò di richiamare le gravi responsabilità di coloro che avevano determinato il suo allontanamento da Gandino e del Vescovo stesso, che gli affidò un incarico non rispondente alle sue inclinazioni. Lo assolse dall’accusa di inadempienza dei suoi compiti di Vice Priore del Conventino e di cappellano regio della cattedrale, notando come le avversità e le incomprensioni più gravi non fossero riuscite a spegnere il suo vivissimo desiderio di giovare alle anime.
Quella del Facchinetti resta la testimonianza di una persona bene informata, di un sincero ammiratore, forse addirittura di un amico e confidente:

“Né ancor sazia di tante preziose vite spente, nuovo colpo fatale attentava la morte ai preziosi giorni d’un altro zelante sacerdote, vittima di zelo ardente, eroe di carità, il reverendo don Francesco Della Madonna, più noto col soprannome di Caraffa.
Per vari anni adempiva in qualità di parroco l’arduo suo ministero nella terra di Gandino, dove ne’ buoni resterà incancellabile la memoria dei benefici spirituali e temporali quivi operati.
L’abbandono di quella parrocchia divenne fortunato acquisto per la nostra città e assunto nella Cattedrale al ceto dei mansionarii, sfera troppo ristretta alla viva sua brama di giovare la salute delle anime; quindi senza tregua e lontano da ogni interesse e nel confessionale e nelle scuole della dottrina, e negli esercizi spirituali, e sui pulpiti ed al letto degli infermi era incessante la sua carità.
Opportunamente da qualche anno fu provvisoriamente destinato degno successore al Brena Priore del Conventino a dirigere spiritualmente la gioventù di quel vasto Stabilimento femminile, al quale impegno accudiva senza mancare agli altri esercizi.
Ivi terminò santamente sua vita la sera del 14 giugno 1846 dopo soli tre giorni di violenta malattia, e la mattina del 16 vennero a lui celebrate le esequie nella Cattedrale”».

Come sappiamo, don Francesco è stato molto provato nella sua vita. Ed anche la sua famiglia religiosa, generata dallo Spirito Santo per mezzo del Fondatore e delle prime 11 sorelle, sta oggi condividendo con tutta la Chiesa e l’umanità i drammi di guerre, pandemia, crisi sociali ed ecclesiali, difficoltà economiche e rapide trasformazioni che spingono a riflettere e pregare, per discernere  la volontà di Dio nell’oggi.
Nella tela esposta al nostro Museo di Gandino in Via Castello, Don Francesco è rappresentato con un foglio in mano. Vi sono scritte parole che possono aiutare anche le Orsoline di oggi:

È l’uomo che in Dio confida
scoglio che l’onda sfida
che infranto mai non fu.

Suor Melania Balini