La sera del 4 aprile 2023, poco prima della mezzanotte, suor Albarosa Galbiati è tornata alla casa del Padre.
Domani, giovedì 6 aprile, alle ore 10.30 a Capriate, suo paese di origine, verranno celebrate le esequie.

Missionaria prima in Argentina, poi in Brasile, dal 13 marzo 2023 era rientrata in Italia (accompagnata da Madre Raffaella di ritorno dal suo viaggio a Primavera, in Brasile) per ritirarsi nella Casa Madre di Gandino, dopo aver speso tutta la sua vita a servizio di tanti fratelli, prediligendo i più poveri e assetati di amore.
In pochi giorni, le sue condizioni di salute, già precarie, sono peggiorate ed è stato necessario il ricovero in ospedale a Piario, dove è deceduta, qualche ora dopo aver ricevuto con grande serenità e lucidità, il sacramento dell’Unzione degli Infermi.

“Amen, alleluia!” diceva spesso suor Albarosa, con un volto raggiante, anche quando l’anzianità si è fatta sentire… Brevi parole, dense di significato, come breve è stata la sua permanenza a Gandino, prima di lasciare questa terra. Con queste stesse parole, che tra pochi giorni risuoneranno festose nella liturgia pasquale, desideriamo salutarla, mentre invochiamo per lei la misericordia del Padre, unendoci nella preghiera in suo suffragio, con i familiari e tutte le comunità dell’Istituto, particolarmente con le amate sorelle del Brasile.

Profilo biografico

Margherita Antonia Galbiati (Suor Albarosa) nasce a Capriate San Gervasio il 22 agosto 1943 da Giuseppe e Lucia Gerosa. A vent’anni, il 2 febbraio 1963 chiede di entrare nell’Istituto delle Suore Orsoline di Gandino e il 29 agosto 1964 inizia il Noviziato. Emette la prima Professione religiosa il 30 agosto 1966 e la professione Perpetua il 3 settembre 1972. Conseguito il diploma per insegnare nelle scuole materne, nell’ottobre 1969 inizia la sua missione educativa tra i piccoli nella scuola di Arcene. Vi rimane solo quattro anni, perché nel 1973 giunge la chiamata ad essere missionaria in Argentina. Il suo primo luogo di apostolato è la comunità di Colonias Unidas, missione da poco aperta nel Chaco, dove insieme ad altre sorelle si dedica con generosità ed entusiasmo all’annuncio del Vangelo tra i più poveri.
Nel 1981 è trasferita a Buenos Aires, dove oltre a prestarsi per la pastorale parrocchiale, è formatrice delle postulanti e delle juniores.
Nel febbraio 1995 rientra in Italia per prepararsi ad una nuova terra di missione: il Brasile. Nel frattempo, per alcuni mesi presta il suo aiuto come insegnante di scuola materna nella comunità di Torre Pedrera, in provincia di Rimini.
La sera del 20 ottobre 1995, insieme a suor Cherubina Ravanelli e altri missionari in partenza, nella Chiesa ipogea del Seminario Vescovile di Bergamo,  riceve il crocifisso dalle mani del Vescovo di Bergamo, Mons. Roberto Amadei.
Le due nuove missionarie, accompagnate da Sr. Raffaella Pedrini, Vicaria generale, giungono in Brasile il 7 novembre 1995, realizzando un “sogno” maturato nel Capitolo generale del 1994: una nuova apertura nella terra di Brasile. Sono destinate a Primavera in Pernambuco, una nazione del Nord-Est sull’oceano Atlantico. Accolte dal Vescovo di Recife-Olinda rimarranno alcuni mesi a Recife per l’apprendimento della lingua locale, sosteranno per un periodo in Argentina, nella casa di Haedo, per le pratiche dei documenti necessari e nel luglio 1996 giungeranno a Primavera per iniziare la loro missione di evangelizzazione.
A distanza di pochi anni, le prime giovani brasiliane bussano alla casa delle suore desiderose di conoscere meglio la loro vita e chiedono di entrare in comunità. Suor Albarosa è incaricata dalla Madre generale ad essere responsabile della loro formazione, compito che ha svolto con tanta cura e dedizione, trasmettendo il carisma delle Orsoline, sintetizzato nel motto “in simplicitate sacrificium” e personalizzato con il suo “Fiat, Amen, alleluia!”
L’attenzione ai bambini poveri, alle famiglie, alle ragazze, a chiunque chiedesse aiuto, sono state per suor Albarosa il modo di amare e servire il Signore Gesù, Sposo e centro della sua vita.

Ora, dopo 57 anni di vita consacrata, di cui 50 vissuti come missionaria in America latina, “ha terminato la sua corsa” e le “resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, le consegnerà”. Ricevendola, siamo certe che canterà con volto sorridente: “Fiat, Amen, alleluia!”

Grazie, suor Albarosa, per tutto quello che hai saputo donare a noi, al popolo argentino e brasiliano. Ricordati di noi presso il trono dell’Altissimo.

 

 

Il Vangelo si apre con “l’Amen”,
il sì, di Maria
e si chiude con “l’Alleluia”
della Resurrezione.
Non ci sarebbe potuto essere l’Alleluia pasquale
senza l’Amen di Maria all’angelo.
Neppure senza il Suo Amen lungo la via della croce,
ai piedi della croce, e nel sepolcro.

Ricordando la nostra carissima Suor Albarosa
amo applicarle quanto scritto sopra
poiché, ogni volta la raggiungevo con qualche messaggio,
la sua unica risposta era Amen! Alleluia!
La sua lunga vita missionaria è iniziata con il “sì” all’obbedienza
e si chiude nella settimana santa
che le offre l’opportunità di cantare l’alleluia
incontrando Colui che ha sempre amato e servito,
con tanta serenità tra i fratelli
dell’Italia, dell’Argentina e del Brasile.
Grazie Suor Albarosa!

Suor Grata