Lunedì 11 marzo 2024, nell’ora in cui la Chiesa offre la sua lode vespertina al Padre, la nostra carissima suor M. Angioletta Servidati, dopo aver per mesi e mesi “combattuto la buona battaglia” della malattia, “ha terminato la sua corsa”. Si trovava nell’infermeria della Casa Madre di Gandino dal luglio del 2012.

Riconoscenti al Signore per il dono di questa sorella che, innamorata di Cristo unico Tesoro, ci ha trasmesso un ardente passione educativa, imbevuta della spiritualità mericiana, desideriamo unirci in preghiera per lei, affinché possa ora “contemplare la beata e indivisibile Trinità” (Sant’Angela Merici) e abbracciare Colui al quale si è rivolta con fiducia: Signore mio, unica vita e speranza mia!

Il funerale si celebrerà GIOVEDI’ 14 marzo alle ore 10.00 a Gandino, nella chiesa di San Carlo attigua la Convento.

Profilo biografico

Maria Teresa Servidati (suor Angioletta) nasce a Casaletto Lodigiano il 4 giugno 1940 da Temistocle e Giuseppina Danelli. Il 7 ottobre 1955 entra nell’Istituto delle Suore Orsoline di Gandino, dove già era stata preceduta da 6 parenti della zona milanese: Vitali suor Clemenza, suor Taddea, suor Ninfa, suor Costante, suor Marialina e suor Danila. Un’altra parente, Suor Natalina Casalini nipote delle Vitali, entrerà nel 1958.
Il 4 aprile la giovane 1957 inizia il cammino di Noviziato che la porterà alla Prima Professione religiosa il 23 marzo 1959.
Negli anni della formazione in preparazione alla Professione perpetua vive in casa generalizia a Bergamo e frequenta il Liceo Classico presso le suore delle Sante Capitanio e Gerosa. Diplomata nel 1964, l’anno successivo  consegue anche l’abilitazione magistrale e comincia ad insegnare nella scuola elementare della casa generalizia. Nel 1967 riprende gli studi universitari e si laurea in filosofia all’Università Cattolica di Milano. In questi anni, oltre all’insegnamento nella Scuola media, è incaricata di impartire lezioni alle giovani suore che risiedono a Bergamo, nella comunità dello juniorato, per agevolarle nella preparazione di esami presso le Scuole superiori.
Nel 1974 viene trasferita nella scuola di Fiorano al Serio dove è docente nella Scuola media e nella Scuola Magistrale per la preparazione delle educatrici di Scuola dell’Infanzia. Dal 1985 al 2000 sarà anche Preside.
Nell’agosto 2004 è chiamata ad un nuovo servizio: insegnare nella Scuola media di Terracina (Latina). Lascia quindi la terra bergamasca e si inserisce nel nuovo contesto scolastico, portando la sua ricca esperienza e competenza.
Si appassiona al carisma di Sant’Angela Merici (1474-1540), ispiratrice di migliaia di Orsoline laiche e religiose in tutti i continenti. In più occasioni Sr Angioletta è invitata a tenere conferenze alla Conferenza Italiana Mericiana (CIM) a Desenzano del Garda e al Centro Studi di Brescia, ma soprattutto all’interno dell’istituto, in Italia e in Africa (tra il 2002 e il 2005, in estate si è recata in Ethiopia, Kenya ed Eritrea), per la formazione carismatica di novizie, suore, collaboratori laici delle nostre opere educative ed assistenziali. Il fascino delle sue riflessioni lascia sempre un segno.
Nel 2011 trascorre brevi periodi a Bergamo in casa generalizia per controlli e cure mediche. Nel luglio 2012, per assicurarle un’adeguata assistenza, viene accompagnata nell’infermeria di Casa Madre a Gandino dove continua a vivere la sua offerta sposale a Cristo, nel silenzio e nella malattia.

Qui di seguito la testimonianza di suor Melania Balini insieme a vari scritti di suor Angioletta.

 

O Madre dolcissima… stringendomi mi sussurrerai: bambina mia!

  1. Le ultime poesie di suor Angioletta

Le parole del titolo sono l’inizio e la fine di una preghiera-poesia­ che suor Angioletta ha digitato sul suo computer nel giugno del 2012, quando si trovava in casa generalizia a Bergamo per accertamenti clinici. Ne scrisse altre due come espressione del dramma che si stava delineando chiaramente per lei. Infatti, in uno di quei giorni di giugno, tornata dal medico, mi disse: «Io non vedo più correttamente le parole. Fammi il favore di cercare su Google informazioni sulla mia malattia». E mi dettò il nome che aveva sentito dal medico. Rimasi imbarazzata di fronte a questa richiesta, ma poi l’accontentai, perché aveva già intuito di che cosa si trattava: una grave malattia che l’avrebbe inesorabilmente debilitata, colpendole prima di tutto la vista, proprio a lei che amava tantissimo la lettura. Ci mettemmo a piangere, abbracciate come sorelle. Poi si riscosse e la lasciai sola in biblioteca, che è adiacente al mio studio. Suor Angioletta, dopo più di un’ora, trascorsa girando di scaffale in scaffale e accarezzando i libri a lei più cari, mi disse: «Per favore, aiutami a scrivere una preghiera». Si sedette e, con le sue lunghe mani giunte in preghiera, incominciò a dettare:

O Madre dolcissima
Maria
rischiara con la tua luce
mite e buona
il mio incerto vagare verso l’Approdo.
Ormai si fa sera.
Ho paura, ma anche
tanta nostalgia di casa
come quando il papà veniva in collegio
a prendermi per le vacanze.
Per me casa sono i tuoi occhi
colmi di splendore
e umidi della gioia
di una nuova maternità
e stringendomi mi sussurrerai:
bambina mia!

Nei giorni seguenti mi chiese di scrivere altre due poesie-preghiera rivolte ancora alla Madonna (Poesie 2012). Nel suo “incerto vagare verso l’Approdo” contemplava Maria come «primo Amore» di Dio, «Signora del silenzio / che prepara l’Incontro… Bellezza divina / che contempliamo con infinito stupore», e pregustava l’abbraccio della «Madre dolcissima». Queste tre poesie mi apparvero subito come un tracciato del doloroso e mistico cammino che stava per intraprendere da ammalata, dopo una vita brillante, tutta dedicata a Dio-Amore nella missione educativa e nella riflessione sulla spiritualità dell’Istituto.

Da allora sono passati 12 anni, vissuti in un silenzio sereno e dignitoso a Gandino, la “culla dell’Istituto”. Nei primi tempi della sua nuova esperienza, quando mi trovavo a Gandino per qualche motivo, mi piaceva stare un po’ vicino a lei; di solito mi chiedeva di leggerle qualche pagina dei suoi amati autori: San Giovanni della Croce, Santa Teresa D’Avila, Edith Stein, Rahner, Teilhard de Chardin; oppure parlavamo di letteratura, di sant’Angela, del lavoro che stavo facendo per le nostre sante. Lei si interessava alle cose belle e non parlava mai di sé e dei suoi mali, che tuttavia diventavano sempre più pesanti. La sua mente acuta e il suo cuore sensibile erano sempre affamati di verità e di bellezza, anche quando la sua bocca non riusciva più a formulare parole.

  1. Il misterioso fascino della sua persona

Io sono rimasta affascinata da suor Angioletta, dalla sua nobiltà d’animo, fin dal mio ingresso nell’Istituto come aspirante a 14 anni. Lei era una juniore e frequentava il Liceo Classico, io le Magistrali con suor Deodata, suor Flaminia e suor Marilena. Suor Angioletta non parlava molto, ma sorrideva con una dolcezza speciale. In cappella mi piaceva osservarla in atteggiamento di preghiera, con le mani giunte e il capo leggermente abbassato; a volte, quando la cappella era vuota, andavo ad inginocchiarmi al suo posto, come per assorbire qualcosa della sua bontà. Al sabato cercavo di affiancarmi a lei nelle pulizie della grande casa, così potevo scambiare qualche parola. Adesso mi vien da sorridere, ma penso che il discernimento vocazionale funzioni anche per “attrazione”.

Non ci siamo più viste durante i miei anni di postulato e noviziato a Scanzo, ma al ritorno da professa in casa generalizia nel 1967 l’ho ritrovata nello juniorato ed ho vissuto con lei per 7 anni. La sua presenza era percepita da tutte noi (eravamo una quarantina) come qualcosa di speciale: modello nel cammino di santità, ricca di intelligenza e di umiltà, obbedientissima a madre Gilberta, abilissima insegnante delle juniores che si preparavano in privato agli esami scolastici. Noi, che non eravamo sue alunne, ci fermavamo qualche minuto ad ascoltare la sua voce appassionata nella spiegazione della letteratura o della pedagogia. Ripeteva a volte il detto attribuito a Socrate: «So di non sapere» e lo inculcava come il punto di partenza per l’apprendimento di tutta la vita. Le juniores erano ben motivate e affrontavano con serenità la dura fatica dello studio. Suor Angioletta esigeva infatti un impegno serio e costante, la precisione nelle interrogazioni e nei “compiti”; poi agli esami tutte le juniores uscivano promosse, soddisfatte ma soprattutto con una mente più aperta e disponibile ad imparare sempre e da tutto, come lei.

  1. Collaborazione allo studio del carisma delle Orsoline

Dei suoi lunghi anni come insegnante e preside e Fiorano al Serio ed a Terracina scriveranno altri, mentre io voglio soffermarmi sulla passione di suor Angioletta per la spiritualità sponsale e la pedagogia di Sant’Angela Merici, che è l’ispiratrice del carisma dell’Orsolina di Maria Vergine Immacolata. Dopo la nascita della Conferenza Italiana Mericiana (CIM, 1977) che riunisce i diversi Istituti di laiche e religiose che vivono la spiritualità di Sant’Angela, suor Angioletta fu varie volte invitata a tenere conferenze ai convegni di Desenzano e di Brescia sulla figura della Santa, in particolare sulla dimensione educativa del carisma dell’Orsolina (vedi: Intuito pedagogico in sant’Angela). La sua voce limpida, la sua passione per Angela e la profondità delle sue parole lasciavano sempre il segno. Lo stesso fece per la formazione permanente del nostro Istituto, sia in Italia sia in Africa, con grande soddisfazione delle novizie e delle suore. Nel 2007, in occasione del bicentenario della canonizzazione di Sant’Angela, ha svolto una conferenza al grande Convegno del 27 gennaio a Gandino (Sapienza educativa in S. Angela) e poi abbiamo scritto insieme un libretto: io ho curato la parte storica e lei ha pubblicato alcune delle sue principali conferenze su Sant’Angela (Cenni storia e spiritualità mericiana 2007).

Suor Angioletta ha scritto anche interessanti articoli sulla nostra rivista Sub Tuum Praesidium Maria e Insieme per un carisma educativo. Ha collaborato attivamente all’elaborazione dei principali documenti dell’Istituto, come il Progetto Formativo, la Regola di vita, le Linee della missione educativa. E tutto faceva con umiltà, senza pretese di notorietà.

  1. Il suo capolavoro: la Preghiera dell’Orsolina

Sarebbero tante le cose da dire, ma penso che il suo capolavoro sia la bella preghiera pubblicata alla fine del Documento finale del Capitolo generale nel 2000. Ricordo bene che l’assemblea capitolare una mattina affidò a lei l’incarico di trasformare in preghiera l’intenso studio del carisma, condotto nei mesi precedenti e nelle sessioni del Capitolo dal monfortano padre Pierluigi Nava. Nel tardo pomeriggio lei venne nella mia camera e mi mostrò due fogli scritti, dicendomi: «Aiutami, leggi, io non so se questo va bene». Lessi la preghiera con calma ad alta voce, le proposi la sostituzione di una o due parole e poi la baciai in fronte: «Ti ha proprio ispirato lo Spirito Santo… È troppo bella e completa! Vedrai come sarà contenta domani l’assemblea capitolare». E così fu. Forse poche suore sanno che questa preghiera, pubblicata senza firma nel Documento finale e recitata da tutto l’istituto dal 2000 in poi, è stata composta da lei, dal suo cuore appassionato e dalla sua intelligenza capace di rendere semplici e luminose le cose difficili. Mi pare che il segreto della profondità e semplicità del suo pensiero si possa trovare nell’ultima sua poesia: «La Bellezza non si spiega, / si guarda. /Allora tutto si fa semplice».

Grazie, Suor Angioletta, vera Orsolina che hai vissuto «in simplicitate sacrificium». Come Maria Immacolata, «la piccola donna di Nazaret / eletta dall’Altissimo», hai lasciato che il Padre buono facesse cose meravigliose in te, nella missione educativa alla quale ti sei dedicata per molti anni, preparando una schiera di educatrici che oggi operano in tante Scuole dell’Infanzia e nell’ambito sanitario.

La fede ci dice che il tuo ultimo, lungo e doloroso percorso, configurata a Gesù Crocifisso nella tua stessa carne, è davvero «Bellezza da guardare con stupore», con il cuore pieno di gratitudine al Padre che, con il fuoco dello Spirito Santo, ha scolpito in te il suo capolavoro.

Suor Melania Balini

 

Galleria fotografica