Giovedì 2 settembre 2021 alle ore 18, don Marco Perletti, Prete del Sacro Cuore e fino ad oggi cappellano della casa generalizia in Bergamo (il 2 settembre è stato nominato Amministratore parrocchiale di Castro), ha celebrato con la comunità i Vespri e la Santa Messa nel ricordo del 51° anniversario della “nascita al cielo” della Serva di Dio Madre M. DOSITEA BOTTANI (Pianca 1896- Bergamo 1970). Questa celebrazione si è svolta nel contesto delle iniziative programmate per l’anno dedicato al 50° anniversario del “dies natalis” della Serva di Dio, morta all’ospedale di Bergamo all’alba del 2 settembre 1970, un’ora dopo aver esclamato: «Che gioia! Che gioia!». Per conoscere le iniziative 2020-2021, scorri la tendina del menu qui sopra “50° morte M. Dositea”. Anche la nostra ultima rivista Insieme per un carisma educativo (clicca qui) ha dedicato le pagine 11-21 alla figura di Madre Dositea e a varie celebrazioni.

Introducendo la celebrazione eucaristica, don Marco ha scelto lo schema della Messa per le vocazioni nella Chiesa e in particolare per il nostro Istituto, invitando a guardare a Madre Dositea come modello di santità e intercessore presso Dio.
I canti, eseguiti in italiano e tigrino, sono stati accompagnati dalla chitarra e dal koborò (tamburo), a significare anche la duplice festa che stavamo celebrando: per la Serva di Dio e anche per le 8 giovani suore eritree che proprio in questo giorno hanno emesso i voti perpetui nella chiesa della parrocchia Beata Lemariam, in cui risiedono la Delegazione, lo juniorato e le altre comunità delle Orsoline in Asmara. Clicca qui per leggere la cronaca dell’evento in Eritrea.
All’omelia, don Marco ha preso spunto dalla liturgia della Parola del giorno per cogliere tre aspetti della vita esemplare di Madre Dositea. Li riassumiamo.

1.Siamo “partecipi della sorte dei santi nella luce”. Dalla lettera ai Colossesi (1, 9-14) ha sottolineato il versetto 12: «Ringraziate con gioia il Padre che vi ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce». Mentre facciamo memoria del giorno in cui Madre Dositea ha concluso il suo cammino terreno, abbiamo la certezza di essere anche noi partecipi della sorte dei santi nella luce. E lo esperimentiamo particolarmente nella celebrazione eucaristica, in cui viviamo con lei il banchetto del Regno dei cieli. Madre Dositea è un modello – un influencer, diremmo oggi – di questo sguardo rivolto al paradiso che ci attende. Ma pensiamo al paradiso? Ci crediamo davvero?

2.Prendi il largo e getta le reti”. Gesù dice a Pietro: “Prendi il largo” (Luca 5,4). Madre Dositea prendeva il largo con il suo sguardo lungimirante e sapeva intuire non solo i bisogni della sua Congregazione, ma anche quelli della Chiesa e dell’umanità. Se oggi vogliamo non “sopravvivere” come preti e religiosi, ma “vivere” in pienezza, dobbiamo prendere il largo. Invece spesso le nostre realtà di Chiesa e di società si ripiegano su se stesse e sulle proprie problematiche. Abbiamo oggi difficoltà reali, ma non dobbiamo lasciarci intrappolare da esse. Dobbiamo saper guardare oltre le fatiche e avere questo sguardo ampio. Anche Madre Dositea, essendo una persona in carne e ossa, avrà avuto i suoi problemi, i suoi dubbi, le sue preoccupazioni per le suore a lei affidate, eppure ha preso il largo e ha dato un significativo contributo alla santità della Chiesa e al bene della società.

3. La chiamata di Gesù. Il vangelo ci parla di una chiamata. Madre Dositea, andando all’Istituto Magistrale di Bergamo con l’abito da consacrata, si sentì dire dai suoi insegnanti: “La tua intelligenza è sprecata per questo tipo di vita che hai scelto”. Ma lei capì che il Signore ci chiama indipendentemente dalla nostra intelligenza e dalle nostre doti e tirò avanti per la sua strada, come fece in tutto il corso della sua vita, di fronte alle chiamate sempre più impegnative ad essere insegnante, Segretaria, Vicaria e Superiora generale.

Noi non siamo chiamate ad essere una fotocopia di Madre Dositea (il Papa lo dice nella Gaudete et exultate): ognuno di noi ha la sua chiamata alla santità dentro la Chiesa. A volte ci sembra che le nostre giornate siano tutte uguali. E invece ogni giorno il Signore passa lungo le rive della nostra vita, ci chiama e ci dice: getta le reti, perché sei reso partecipe della sorte dei santi nella luce. Questa grande méta finale è ciò che deve motivare tutti i nostri impegni quotidiani.
Al termine della celebrazione eucaristica, ci si è recati nell’attigua Cappella delle Beatitudini presso le urne di madre Dositea e madre Gesuina per un’ultima preghiera, mentre le sorelle africane cantavano una lode a Dio al suono del koborò.
Madre Dositea ottenga dal Signore per tutto l’istituto un generoso cammino di santità nel vissuto quotidiano. fedeltà alla vocazione di Orsolina di M.V.I. e una nuova fioritura in Italia, Polonia, Eritrea, Etiopia, Kenya, Sud Sudan, Argentina, Brasile.

Suor Melania Balini